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PERCHÉ GLI ESPEDIENTI CONTABILI DI MILAN E INTER NON VENGONO SANZIONATI? TUTTI I NODI PRIMA O POI ARRIVANO AL PETTINE… CAMPIONATO ITALIANO DI SERIE A SEMPRE PIÙ RIDICOLO E FALSATO…

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Nel maggio del 2021, in piena crisi pandemica, Great Horizon, la cassaforte lussemburghese tramite cui Suning controlla l’Inter, ha ottenuto un prestito triennale da 275 milioni al 12% di interesse annuo dal fondo statunitense Oaktree.

Il finanziamento prevede come garanzia le quote del club: in caso di mancato rimborso entro martedì 21 maggio, il fondo californiano ha diritto di escutere il pegno sulle azioni dell’Inter e così diventarne proprietario.

Zhang ha ancora 48 ore per trovare i 375 milioni necessari a restituire il dovuto e tenersi l’Inter. Oppure per ottenere un’estensione della scadenza del debito da parte di Oaktree.

Steven Zhang ha trattato con un altro fondo, Pimco, un nuovo prestito da 430 milioni che gli avrebbe consentito di rimborsare Oaktree e mantenere la proprietà dell’Inter. Il negoziato pare però fallito.

Secondo Zhang, la colpa è di Oaktree che ha fatto valere alcune clausole sulla vendita dell’Inter, contenute nell’accordo del 2021, per bloccare il rifinanziamento. Secondo Oaktree, il rimborso non è mai arrivato e, in ogni caso, il fondo si è limitato a far rispettare il contratto.

Il contratto con Oaktree prevede che, in caso di escussione, il fondo dovrà versare a Suning la differenza fra il valore di mercato dell’Inter e i 375 milioni dovuti a Oaktree.

Quindi, il gruppo cinese potrebbe ottenere un «indennizzo», la cui entità dipenderà dalle stime di un esperto che terrà conto anche dei debiti che pendono sul club, fra cui un’obbligazione da 415 milioni in scadenza nel 2027.

Oaktree è un fondo attivo nel credito, nell’acquisto e rivendita di aziende e nel settore immobiliare. Fondato nel 1995, ha sede a Los Angeles, in California, ed è controllato dal colosso canadese Brookfield. Gestisce un patrimonio di 192 miliardi di dollari per conto di grandi investitori come fondi pensione, aziende e fondi sovrani.

Se non ha restituito i soldi a una banca controllata dallo Stato cinese, che speranza abbiamo che li renda a noi? Se lo sono domandato lo scorso febbraio, nel loro ufficio di Londra, i gestori di un grande fondo d’investimento, studiando la richiesta di finanziamento che gli advisor di Steven Zhang gli avevano fatto trovare sul tavolo. A metterli in allarme era il fatto che China Construction Bank, istituto di credito cui Zhang deve restituire 320 milioni di euro, ha controllo pubblico.

Secondo MarketScreener, il 59.31% del capitale della banca è in mano a China Investment Corporation (CIC), fondo sovrano che gestisce riserve valutarie della Repubblica Popolare cinese, e che a fine 2023 amministrava asset per 1.350 miliardi di dollari. Questo spiega più di ogni bizantinismo contrattuale la ritrosia degli investitori istituzionali a concedere nuovo credito a Zhang, che domani dovrà restituire a Oaktree i 275 milioni (più un centinaio di interessi) che ha ricevuto in prestito nel 2021, in forma di finanziamento alla società lussemburghese attraverso cui controlla l’Inter. E che dal giugno dello scorso anno non è più uscito dalla Cina, nemmeno per festeggiare la vittoria del 20° scudetto interista, che ha portato sulle maglie nerazzurra la seconda stella e ha fatto del 32enne di Nanchino il 3° presidente più vincente della storia interista, dopo i Moratti.

La sentenza della corte suprema di Hong Kong che lo costringe a restituire i 320 milioni alla banca controllata dal fondo statale è del 16 settembre 2022. Dallo scorso marzo, per decisione della Corte d’Appello di Milano, ha valore anche in Italia. Questo consentirebbe all’istituto creditore di provare ad aggredire anche qui i beni di Zhang.

Se entro domani Zhang non troverà i soldi da restituire a Oaktree, il fondo potrà escutere il pegno sul 99,6% delle azioni dell’Inter (compreso il 31% in mano a Lionrock) ed entrare in controllo del club. L’operazione potrebbe completarsi in pochi giorni. Il tribunale competente è quello di Lussemburgo. In base al contratto di pegno, Oaktree dovrà poi indennizzare Zhang pagandogli la differenza fra il valore del club — stabilito da un perito della stessa Oaktree — e il debito. Ma è possibile che, per evitare azioni legali, il fondo possa optare per un accordo più favorevole a Zhang. In ogni caso, è improbabile che Zhang voglia promuovere azioni che possano danneggiare l’Inter.

Ad assicurarlo, indirettamente, è stato l’ad dell’area Sport del club, Beppe Marotta che, dopo il pareggio (1-1) dei nerazzurri con la Lazio, e la consegna della coppa dello scudetto, ha detto: «Zhang ci dà sicurezza, malgrado quello che dice la gente che ci vuole male. Siamo una società virtuosa e sfido chiunque a controllare i nostri conti. L’azionista è la famiglia Zhang e ha dimostrato di amare l’Inter. Qualsiasi decisione dovesse prendere, la prenderà con tanto amore per la società e i tifosi».

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1 commento su “PERCHÉ GLI ESPEDIENTI CONTABILI DI MILAN E INTER NON VENGONO SANZIONATI? TUTTI I NODI PRIMA O POI ARRIVANO AL PETTINE… CAMPIONATO ITALIANO DI SERIE A SEMPRE PIÙ RIDICOLO E FALSATO…”

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