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Aumenta la povertà in Italia?

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L’Italia è un Paese per poveri. E, a sorpresa, il Nord sorpassa il Sud: quasi un milione di famiglie in […]

L’Italia è un Paese per poveri. E, a sorpresa, il Nord sorpassa il Sud: quasi un milione di famiglie in povertà assoluta, il doppio di dieci anni fa. Anche se il Sud vince per incidenza, cioè la percentuale dei poveri sul totale: 12% contro l’8,9% del Nord. Se questo è il quadro, da record storico, come certifica Istat – un italiano su dieci non ce la fa a mettere insieme il pranzo con la cena – il governo Meloni non solo abolisce il Reddito di cittadinanza, generando 331 mila famiglie “esodate”. Ma lascia senza sussidio il 40% dei bisognosi proprio al Nord, il territorio dove la povertà, nel silenzio generale, avanza senza remore.

Numeri chiari. Messi in fila dalla Caritas nel suo 28esimo Rapporto sulla povertà, intitolato “Fili d’erba nelle crepe. […] L’anno scorso la rete Caritas – fatta di 3.124 Centri di ascolto in 206 diocesi – ha incontrato e supportato quasi 270 mila persone, il 12% delle famiglie in povertà assoluta, in crescita del 5,4% sul 2022.

2015 ad oggi, il numero di persone sostenute da Caritas è balzato del 41,6%. Con un «peggioramento della vulnerabilità al Nord», lo stesso segnalato da Istat.

I record non si contano. Preoccupa quello dei minori (un milione e 295 mila bambini poveri in Italia). E dei lavoratori poveri: l’8% degli occupati è povero, il 16,5% tra gli operai, il 21% tra i disoccupati.

Tanti anziani soli. Sempre più senza fissa dimora. Ai poveri viene «negato il diritto di aspirare», di sognare un futuro diverso, un destino migliore. Tre focus della Caritas richiamano sulle non risposte al dramma in atto. L’assenza di una politica per la casa (un milione e mezzo di famiglie vive in abitazioni fatiscenti). L’assenza di un’alternativa al carcere (10 mila “esuberi” nei penitenziari sovraffollati).

Il passaggio brutale da una misura universale di sostegno, come il Reddito di cittadinanza, a due misure fatte per “categorie” (occupabili e non), come l’Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro.

Nessuna delle due funziona, osserva Caritas. Le famiglie che ricevano il Reddito sono state dimezzate (da 1,4 milioni a 700 mila). L’Adi ha requisiti più stringenti e molta più burocrazia («Iter di accesso complesso e vincolante»), al punto che i centri Caritas fanno da supplenza.

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