Tensione alta, altissima: decine di roghi appiccati, un bus vandalizzato con passeggeri in fuga, disordini anche nella notte tra lunedì e martedì. Al Corvetto succede tutto in meno di due giorni. L’inizio: l’incidente mortale di domenica notte in via Ripamonti, all’angolo con via Quaranta. Alle 4.04 perde la vita Ramy Elgaml, 19enne caduto da uno scooter Tmax dopo un inseguimento dei carabinieri per otto chilometri. Poi la scia di proteste cresciuta nelle ore tra le vie della città e del Corvetto, dove Ramy abitava.
Nell’ordine: alle 18 di domenica, nel punto dello schianto, un presidio per chiedere verità e giustizia per il 19enne viene «infranto» da un’auto. Quattro ragazzi vengono investiti, uno è grave. Passano sei ore. Alle 23.58 un muro di fiamme mangia rifiuti, carta e cestini dell’immondizia all’incrocio tra via dei Panigarola e via dei Cinquecento. Il cielo è coperto da fumogeni e fuochi di artificio.
Diciotto ore dopo, lunedì pomeriggio, sempre dove ora l’asfalto è incenerito, decine di giovani scendono in strada, di nuovo. Svuotano estintori, lanciano bottiglie e scoppiano petardi mentre la polizia presidia la zona. Una parte del quartiere alza la voce. La tensione s’accumula. E ancora, nella notte tra lunedì e martedì: il gruppo di giovanissimi si è ritrovato in via Barabino, e ancora sono divampate le fiamme.
Grandi disordini in viale Omero, dove – sempre nella notte tra lunedì e martedì 26 novembre – alcuni ragazzi hanno sfasciato completamente un bus della 93. Il mezzo pubblico stava procedendo in viale Omero quando è stato bloccato da un’auto in mezzo alla strada. I passeggeri si sono dati alla fuga, mentre il bus è stato vandalizzato e le vetrate rotte a sassate.
Altrove sono stati incendiati monopattini e masserizie varie. Sono una decina i roghi appiccati nel quartiere. I giovani hanno lanciato bottiglie, rovesciato cestini della spazzatura, cartelli stradali e cestini. Sul posto è intervenuta la polizia con la celere che ha effettuato cariche di alleggerimento sui ragazzi che si sono dispersi, mentre i vigili del fuoco iniziavano le operazioni di bonifica.
Per i disordini la polizia ha arrestato un 21enne montenegrino, a cui si contestano, riferisce la Questura, «lancio di petardi, getto di oggetti e resistenza a pubblico ufficiale». Il giovane, che ha partecipato alle proteste insieme ad altre decine di ragazzi, è stato portato a San Vittore in attesa dell’interrogatorio di convalida.
Gli allarmi, le segnalazioni e i video dei disordini viaggiano sui cellulari dei residenti. «Non ne possiamo più, siamo stanchi», ripetono gli abitanti (perlopiù anziani della zona intorno a piazzale Ferrara). «Il rogo? Erano delle condoglianze», spiegano alcuni giovanissimi che lunedì pomeriggio erano seduti sulle ringhiere di fronte alla comunità di Sant’Egidio. Per l’ennesima volta i residenti si sentono insicuri: «Già dalle 17 mi faccio accompagnare a casa, non mi fido più», confida un’anziana mentre entra nel caseggiato popolare in cui ha sede il «Laboratorio di quartiere» di via Mompiani.
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