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LO SPREAD FARÀ FARE AL GOVERNO MELONI LA STESSA FINE DI BERLUSCONI NEL 2011

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GIORGIA MELONI RISCHIA DI FARE LA FINE DI BERLUSCONI NEL 2011 – DOPO GOLDMAN SACHS E MOODY’S, ANCHE LA BANCA AMERICANA “CITI” PIAZZA UNA BOMBA SOTTO LA POLTRONA DELLA DUCETTA: “L’ANDAMENTO DELLA FINANZA PUBBLICA STA ANDANDO NELLA DIREZIONE SBAGLIATA” – SECONDO GLI ANALISTI DELL’ISTITUTO, IL RAPPORTO DEBITO/PIL NON SCENDERÀ, E LO SPREAD SI ALLARGHERÀ ULTERIORMENTE – TRA DEFICIT ZAVORRATO DAL SUPERBONUS, PATTO DI STABILITÀ E IL TAGLIO DELLA BCE AGLI ACQUISTI DI TITOLI DI STATO, QUI RISCHIA DI SALTARE TUTTO. E IL GOVERNO CIANCIA DI RIFORME ISTITUZIONALI! ANNAMO BENE…

Dopo Goldman Sachs un’altra banca americana mette sotto la lente i conti pubblici italiani evidenziando i rischi per lo spread. In un report sul Paese pubblicato ieri Citi ha osservato che l’andamento della finanza pubblica «sta andando nella direzione sbagliata». Gli analisti hanno sottolineato: «Non riteniamo che il rapporto debito/pil possa scendere in modo convincente nei prossimi anni». Per i Btp, hanno aggiunto, «le prospettive negative dei rating potrebbero aumentare la sensibilità ai fattori di ribasso». Inoltre lo spread con i titoli tedeschi, nonostante il recente allargamento, «sembra ancora più propenso ad allargarsi che a restringersi da qui in avanti». La previsione di Citi è di un divario Btp-Bund a 220 nella seconda metà dell’anno dall’attuale livello di 193.

Nei giorni scorsi Goldman Sachs ha detto di attendersi quota 235 a fine anno e ha invitato a preferire ai titoli italiani quelli spagnoli per le migliori prospettive di crescita del Paese iberico. Citi ha osservato che, nonostante la crescita oltre le attese, i miglioramenti dei conti del 2021 e 2022 hanno iniziato a cambiare rotta a inizio 2023. Il fabbisogno di aprile è stato 11,7 miliardi. Da inizio anno ha raggiunto i 66 miliardi, quasi tre volte il livello dello stesso periodo dell’anno precedente. L’inflazione, finora un fattore positivo per i conti, sta pesando in termini di rivalutazione delle pensioni e di aumento di salari e costi pubblici. Le entrate risentiranno dei crediti fiscali come il Superbonus. Se il trend sul fabbisogno sarà confermato, l’obiettivo di deficit del 4,5% per quest’anno è «troppo ottimistico» secondo Citi, che invece prevede raggiunga il 5,5%. Una pressione sul deficit arriverà anche dalla spesa per interessi che è già salita dal 3,6 al 4,4% del pil nel 2022 e rimarrà oltre il 4% quest’anno.

«Dal punto di vista politico, la riduzione del deficit è più difficile che mai. Dal punto di vista economico, ridurre il deficit rapidamente può essere autolesionista per il rapporto debito/pil», hanno rilevato gli economisti di Citi Giada Giani e Aman Bansal. In questo scenario ci sono alcuni rischi. La Bce ha avviato un graduale Quantitative Tightening: da luglio la Banca d’Italia smetterà di ricomprare titoli scaduti del Quantitative Easing. Il governo deve trovare nuovi investitori, come sta facendo con le emissioni rivolte ai risparmiatori italiani con il Btp Valore e il Btp Italia. […] Nonostante la resistenza degli ultimi dati sul pil, l’economia nel 2024 crescerà meno dei maggiori Paesi Ue secondo Citi che ha evidenziato l’importanza del Next Generation Eu: «Un rischio idiosincratico per i Btp potrebbe essere uno shock dell’offerta se gli esborsi non saranno sbloccati in tempi brevi».

Inoltre in Europa «le nuove regole di bilancio dell’Ue aumenteranno l’attenzione sulle traiettorie del debito». Ci sono poi da considerare le agenzie di rating. Per il 12 maggio è previsto il giudizio di Fitch, per il 19 quello di Moody’s. Il rating di Moody’s è a un gradino dal livello high yield, con outlook negativo dalla caduta del governo Draghi, ma per Citi non ci sarà declassamento. Il rating di Fitch è due gradini oltre il livello non investment grade, con outlook stabile. Il governo Meloni è stato finora prudente sui conti pubblici e in più occasioni l’economia italiana ha fatto meglio delle attese.

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