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LE PERLE DI SGARBI

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Da almeno trent’anni, Vittorio Sgarbi fa Vittorio Sgarbi: usa le sue capacità retoriche per trasformarsi in una macchietta indemoniata e demenziale, a beneficio di autori televisivi senza fantasia e un pubblico senza pretese. Il suo contributo abituale è di urla, insulti, minacce, incontinenze verbali e fisiche.

Oltre al folklore, ci sono le diffamazioni: dal 1996 al 2001 si è meritato il record assoluto delle richieste di autorizzazione a procedere respinte; 78 votazioni alla Camera, di cui 70 per dichiararlo insindacabile. Solo nel 2006, poi la Giunta per le autorizzazioni è stata costretta a occuparsi di lui 6 volte, sempre per aver offeso magistrati (da metà delle imputazioni è stato graziato ancora con l’insindacabilità). Sgarbi è sempre stato questo, e questa è una piccola parte di ciò che ha offerto al dibattito pubblico.

Mani pulite. “Di Pietro, Colombo, Davigo e gli altri sono degli assassini che hanno fatto morire della gente (…). Vadano in chiesa a pregare per tutta quella gente che hanno fatto morire”; “I giudici di Mani pulite vanno arrestati, sono un’associazione a delinquere con licenza di uccidere che mira al sovvertimento dell’ordine democratico” (Sgarbi quotidiani, Canale 5, luglio 1994)

Montanelli. “È un vigliacco, un pavido, un uomo che ha tradito, che è stato fascista, razzista, antisemita, sempre fascistissimo, nero come la pece!

Ha sempre espresso banali stupidità, un modesto giornalista, il più mediocre storico italiano” (Sgarbi quotidiani, dopo le critiche lanciate da Montanelli sulla Voce alle prime mosse di Berlusconi, fresco di vittoria elettorale, 31.3.1994)

Caselli. “Qualche mese prima di essere ucciso, don Pino Puglisi mi disse angosciato: ‘Caselli, contattandomi e facendomi contattare continuamente dai suoi uomini, ha fatto di me consapevolmente un sicuro bersaglio’. (…) E così è stato: Caselli per aumentare il suo potere ha avuto la sua vittima illustre” (Sgarbi quotidiani, 7.4.1995, a proposito dell’assassinio di don Giuseppe Puglisi, per additare addirittura il procuratore Gian Carlo Caselli come il mandante morale di quell’orrendo delitto. Piccolo dettaglio: Caselli non ha mai incontrato in vita sua don Pino Puglisi: non gli ha mai parlato, neppure al telefono).

Cecchi Paone. “Ateo bastardo! Ateo fasullo! (…) Pensi solo all’esibizione della tua oscena bisessualità. Ridicolo sei! (…) Capra ignorante! Quello è! Rispetta! (…) Legga Dante, legga Manzoni, impari quella capra! Non portarmi dei fasulli… che fanno i laici del cazzo… il cazzo gli piace! Quello gli piace!” (Markette, La7, 8.2.2007)

Travaglio. “Sei un pezzo di merda, un pezzo di merda puro!” (Annozero, Rai2, 1.5.2008); “Mi correggo. Travaglio non è un pezzo di merda. È una merda tutta intera” (Domenica 5, Canale5, ospite di Barbara D’Urso, dopo la condanna per il precedente insulto, 13.12.2009) Barbacetto. “Capra, bestia ignorante, (…) faccia di merda (…), merda secca, tu e il tuo giornale (…) Tu cachi merda, non parole. Tu e quella camicetta rosa da finocchietto” (Vero Tv, 11.9.2012)

Carfagna. “Mi hanno cacciato dal Parlamento per 15 giorni, con la Sor-cagna, con la Carfagna, la Sorcagna, che dice: ‘Ha cercato anche di negare di avermi insultata’; ma come posso insultare una che non esiste, ma vaffanculo” (Facebook, giugno 2020)

Lobby gay. “Il governo è pieno di cripto-checche ed è una catena che parte da Conte e si diffonde come un polipo” (Stasera Italia, Rete 4, 24.7.2019)

Lobby gay bis. “Casalino è una checca inutile” (Stasera Italia, Rete 4, 30.1.2020).
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