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È ancora alta tensione sulla giustizia, con i casi Santanché e Delmastro in primo piano. E lo scontro politico tra maggioranza e opposizione si acuisce di ora in ora.
Il governo fa quadrato sulle riforme mentre l’Anm attacca: “colpita al cuore la magistratura”. “Meloni intervenga”, il refrain della minoranza. La premier, al momento, non entra direttamente nella ‘battaglia’ ma, secondo quanto avrebbe detto ai suoi, è determinata a non rallentare sulle riforme – a cominciare da quella sulla giustizia – che considera necessarie per il bene del Paese.
Intanto dopo le critiche arrivate da fonti di Palazzo Chigi sulla “fascia della magistratura” e “la campagna elettorale per le elezioni europee” seguite dalla nota di via Arenula sull’imputazione coatta da riformare ecco la risposta dell’Associazione nazionale magistrati.
Dal governo è arrivata “un’accusa pesantissima e gravissima che colpisce al cuore la magistratura. Un attacco ancora più insidioso perché lasciato a fonti anonime di Chigi.
Una forma di delegittimazione e invece dal ministro mi sarei aspettato un’indagine immediata o un intervento per eliminare un clima di sospetti”, dice il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia, parlando al Comitato direttivo dell’Associazione.
“ll sospetto – aggiunge – è che la separazione delle carriere e le riforme costituzionali vengano sbandierate non perché si crede che servano a un miglioramento dell’attuale sistema ma come una misura di punizione nei confronti della magistratura”.
A stretto giro la replica all’Anm è ‘firmata’ dal presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan.
“Sorprende che il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia, attacchi il sottosegretario, nonché ex magistrato, Alfredo Mantovano per aver parlato delle ‘interferenze di alcune iniziative giudiziarie sulla politica’ come di un problema che riguarda tutti.
Il dottor Santalucia mostra di ritenere che il sottosegretario si riferisse ai casi Santanchè e Delmastro, quando invece egli ha detto chiaramente che parlava di un fenomeno che in 30 anni ha colpito tutti i governi”.
Per l’esponente FdI “dovrebbe essere interesse di tutte le forze politiche e della magistratura trovare le soluzioni per far fronte a una realtà che è difficile negare”.
Dal Pd, a M5s, fino ad Azione: il fronte dell’opposizione si scopre (quasi) compatto nel difendere le toghe o nel stigmatizzare la posizione assunta da Palazzo Chigi. Si smarca Italia viva che, invece, critica l’Anm spalleggiando la “riforma garantista” dell’esecutivo.
Per il Pd lo scontro con la magistratura indebolisce la Repubblica. “Quello che colpisce è che questa destra – affermano i capigruppo dem Francesco Boccia e Chiara Braga – continua a dimostrare una evidente allergia alle regole della vita democratica e all’equilibrio dei poteri. Purtroppo dobbiamo constatare che la destra di Giorgia Meloni è uguale a quella degli anni ’90, non è cambiato nulla.
Ma questo scontro, l’ennesimo, con la magistratura indebolisce la nostra Repubblica. Per questo invitiamo la Presidente del Consiglio a maggior prudenza e a non incendiare il clima politico. Una nuova guerra tra poteri distruggerebbe le nostre istituzioni. Giorgia Meloni – concludono – farebbe meglio a pensare a risolvere i problemi delle imprese e dei lavoratori italiani, invece di riattizzare guerre che non servono al nostro Paese”.
“Mi preoccupa un presidente del Consiglio che, nascondendosi dietro lo schermo delle ‘fonti Chigi’, conduce un gravissimo attacco ai magistrati che svolgono il proprio dovere, accusandoli di avere addirittura aperto la campagna elettorale per le elezioni europee”, lamenta il leader del Movimento 5 Stelle,
Giuseppe Conte. Carlo Calenda evoca “l’ennesima arma di distrazione di massa di questo governo”. Secondo il leader di Azione “gridare al complotto della magistratura è un errore gigante e pericoloso”.
Diversa la posizione di Italia viva. “Come sempre, Giuseppe Santalucia, presidente dell’Anm sente il bisogno di dire la sua. Una riforma della giustizia in senso garantista non dovrebbe preoccupare la magistratura.
Infatti non preoccupa i magistrati seri, che sono la maggioranza e svolgono il proprio lavoro, vale a dire applicare la legge”, spiega la coordinatrice nazionale di Iv, Raffaella Paita pronta a sostenere l’azione del ministro Nordio.
“Ci auguriamo piuttosto – aggiunge Paita – che il Governo appoggi il suo ministro e lo lasci davvero lavorare e senza annacquare la riforma”. Forza Italia rivendica la posizione garantista del partito.
“Anche per questo FI lavora per la riforma della giustizia che garantisca tempi celeri, pieno rispetto delle parti, la privacy durante la fase d’indagine e che i cittadini siano ritenuti colpevoli solo quando la sentenza è definitiva”, spiega il capogruppo FI alla Camera,
Paolo Barelli. Per Tommaso Foti, capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia “nessuno vuole aprire una guerra tra politica e magistratura, certamente non noi” ma ciò che sta accadendo “desta molto, molto, ma molto stupore e molta preoccupazione”.
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