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Il mercato è ufficialmente iniziato da una settimana, ma i club inglesi sono già vicini a sfondare il muro del miliardo di euro spesi tra riscatti e nuovi acquisti.
Poco meno di quanto hanno investito finora tutti insieme gli altri quattro principali campionati europei, dove l’Italia cerca di tenere botta con 354 milioni (a seguire Germania con 257, Francia con 220 e Liga con 215), ma le trattative sono appena cominciate e c’è tempo fino al 1° settembre per battere il record dei 2,25 miliardi sborsati la scorsa estate dalle venti società della Premier League.
Cifre impressionanti, figlie dei diritti tv che hanno trasformato l’Inghilterra nell’Eldorado del calcio, e così il gap è ormai incolmabile. Al punto di aver trasformato gli altri tornei in una specie di “allevamento di lusso” per i talenti da svezzare.
La Premier primeggia, dunque, e proprio vent’anni fa ci superava con 332 milioni di euro dell’epoca spesi contro i 161 milioni della A. Da quel mercato non si è più fermata e molti record possono essere battuti in questa sessione.
Tutti i club inglesi hanno il portafoglio gonfio di sterline, visto che i diritti tv valgono 3 miliardi di euro e la squadra ultima in classifica della Premier guadagna trenta milioni in più della prima in Italia.
Un divario che allarma la Serie A, ormai superata anche dall’Arabia nell’attrarre i campioni non più verdi, e le trattative per vendere i diritti tv 2024-2027 confermano la criticità: le offerte sono in forte ribasso e lontane anni luce dalla Premier, che dal solo mercato internazionale incassa 6,3 miliardi per un triennio contro i “nostri” 587 milioni.
Averli sfidati nell’ultima finale di Champions (City-Inter), forse, è stato un miracolo sportivo.
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