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PER PUTIN TUTTO VA A GONFIE VELE

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TAROCCHI GRATIS NEWS«Guardate che ve lo ha detto Lui in persona…». Sono giorni di buon umore, per Sergey Markov. L’ex consigliere speciale di Vladimir Putin, falco a ventiquattro carati, sostiene che ci siamo persi qualcosa. A suo parere, hanno sbagliato i media occidentali nel prestare poca attenzione al discorso del presidente tenuto 4 giorni fa al Consiglio mondiale dei popoli russi, organismo guidato dal patriarca ortodosso Kirill e ampiamente finanziato da Kostantin Malofeev, il miliardario sovranista, nostalgico dell’Impero zarista, fondatore del canale televisivo ultranazionalista Tsargrad. Anche a rileggerlo oggi con il senno di poi, non sembrava ci fosse nulla di nuovo, o di politicamente rilevante. Errore, secondo l’ineffabile Markov, che fino al 2019 è stato l’uomo che Putin spediva in Polonia o in Ucraina a trattare con i vicini di casa più ostili. «La vera novità di quel discorso era l’intonazione, carica di una fiducia sincera. Un modo per dire che il tempo del pessimismo è finito, ormai è chiaro che la Russia non è un perdente, ma un leader mondiale nella lotta contro il male globale. Per questo è stato un discorso importante: ha reso ufficiale la cristallizzazione della nostra ideologia in questo conflitto con l’Occidente. Indietro non si torna, i fatti ci stanno dando ragione». Una settimana fa, durante la sua abituale striscia televisiva della domenica, Dmitry Kiseliov, il padre putativo di tutti propagandisti, amico personale di Putin, si è lasciato andare. «Guardate i risultati elettorali in Olanda — ha detto —. L’Europa sta cambiando velocemente, e sta andando in una direzione sempre più favorevole a noi». Il concetto di vittoria si presta a molte interpretazioni. Ma non è solo l’Economist a chiedersi se infine, quasi due anni dopo l’inizio dell’Operazione militare speciale, Putin stia vincendo. Lo stanno facendo in molti, a cominciare dai diretti interessati. «Non ci sarà nessun accordo tra Russia e Ucraina». Con un articolo sul sito Actual comment, torna a farsi sentire Vladislav Surkov, il presunto mago del Cremlino, vice primo ministro dal 2011 al 2013, tra i principali ispiratori della recente politica russa nei confronti di Kiev. Un articolo sprezzante: «L’anno prossimo sarà quello della completa disfatta e della disorganizzazione dello “Stato” fantoccio ucraino». Lasciamo perdere i toni. Ma appare indubbio che in Russia qualcosa è cambiato. Il pessimismo che dopo il tentato putsch di Evgenij Prigozhin si intuiva anche nelle analisi dei principali quotidiani è evaporato. Adesso i commenti oscillano tra «l’indubbia posizione di vantaggio» nella quale si trova il Cremlino, e l’elogio della stabilità, in vista delle prossime elezioni presidenziali. Tutto nasce, come per primo ha fatto notare il Wall Street Journal, dal mancato successo della controffensiva ucraina, che a Mosca viene imputato alla cronica debolezza dell’Occidente. «Avete avuto una finestra lunga un anno per batterci sul campo» dice beffardo Markov. «Non l’avete sfruttata perché in fondo non ci avete mai creduto. Ora, si è chiusa». Almeno in Russia, il resto non conta. L’impatto delle sanzioni, spesso usato come contro-argomento a questa tesi, è sovrastimato dalle nostre parti. L’inflazione galoppante colpisce soprattutto il ceto medio delle grandi città, ininfluente ai fini del consenso. Come scrive su Le Monde lo storico Sergey Chernyshev, «almeno due terzi del popolo russo non ha avuto danni da questa guerra, perché le cose andate perdute non le aveva mai avute neanche prima».CONTINUA A LEGGERE SU TAROCCHI GRATIS

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