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Sapete quanto guadagna un borseggiatore?

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Mentre si attende che entrino in azione le unità della Polmetro, la squadra di polizia che lavorerà per la tutela […]

Mentre si attende che entrino in azione le unità della Polmetro, la squadra di polizia che lavorerà per la tutela degli utenti delle metropolitane, sui bus che transitano nella zona dell’aeroporto napoletano di Capodichino, gli agenti in borghese ci sono già.

Nella giornata di lunedì, nel corso di un servizio mirato predisposto sulla linea 182, che parte e arriva nei pressi del terminal partenopeo, alcuni poliziotti si sono nascosti tra i passeggeri per osservare che tutto andasse bene.

L’occhio esperto degli agenti ha consentito di sventare un furto ai danni di una turista straniera. Antonio C., 55 anni, di Castel Volturno, e Vincenzo T., 63 anni, di Giugliano, entrambi pluripregiudicati e inquadrati nelle informative come borseggiatori seriali, sono stati bloccati e denunciati.

Non sono i soli. L’operazione è solo la punta dell’iceberg di un fenomeno, quello dei borseggi ai danni di turisti, che in estate vive il suo momento di picco stagionale e che vede gli specialisti (anche e soprattutto quelli più ‘stagionati’, anagraficamente) in prima linea. Il rischio di finire in manette c’è, ma il gioco vale la candela. Perché i soldi in ballo sono tanti.

Quanto guadagnano uno scippatore o un borseggiatore? Secondo gli investigatori si può arrivare anche a ottomila euro al mese. Ma, per quanto variabile, la cifra sarebbe lorda. Bisogna conteggiare anche la tangente da pagare al clan che insiste nella zona in cui viene effettuato il colpo. Perché nulla di illegale si può fare senza il nulla osta dei boss.

«Da una borsa può uscire sempre qualcosa di buono» afferma Salvatore, di professione scippatore. Dice di avere 45 anni anche se ne dimostra di meno. Fisico asciutto, niente capelli («fa troppo caldo e preferisco la praticità») mani grosse, importanti. Oltre la metà della sua vita l’ha trascorsa nel settore dei furti di destrezza. «Sono andato a scuola, ma dopo le medie ho smesso di studiare. A Secondigliano le alternative sono poche e ho incominciato a guadagnarmi qualcosa con i furti – spiega – Ma quando ho iniziato facevo pure i borseggi sugli autobus».

Racconta senza inibizioni, Salvatore. Mentre parla, però, si guarda continuamente attorno. Alla domanda sul perché lo faccia risponde sorridendo: «La possiamo chiamare deformazione professionale».

Poi spiega ancora che in passato, prima di trovare la propria «strada», ha provato anche «con le truffe». «Ma non erano per me. Con le parole non sono bravo e difficilmente la gente si fidava. Con le mani, invece, non mi batte nessuno». E le rapine? «Quelle mai, le armi e la violenza mai» conclude con una punta di contegnoso orgoglio.

Quelle dei borseggiatori e degli scippatori sono categorie particolari. Tra quelli censiti e noti agli archivi di polizia e carabinieri, in città se ne contano circa trecento. Salvatore vive nell’area nord di Napoli, ma per lavorare si sposta: «Mica possiamo restare dove viviamo? Ci riconoscerebbero subito. E poi, a Secondigliano e Scampia, c’è poco da rubare. Le donne che camminano con le borse sono poche e i soldi mica li tengono lì».

Gli specialisti, durante l’anno, migrano verso i quartieri più redditizi. Chiaia, Vomero, rione Alto, una certa parte del centro storico. In estate le cose cambiano, perché arrivano i turisti. «Ci dividiamo le zone d’estate. C’è chi prende la stazione, chi l’aeroporto e chi se ne va agli imbarchi del Beverello dove c’è un fiume di persone» spiega, lasciando intendere che i visitatori sono la vera e propria riserva aurea per i delinquenti.

Ma se si fa riferimento ai Rolex, Salvatore si irrigidisce: «Per strappare un orologio ci vuole forza, si fa violenza. Io non lavoro così e non sono il solo»..

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