La corsa agli AI-phone, i telefoni in cui tutto ruota intorno all’intelligenza artificiale, è già partita e Apple non poteva restare fuori. Gli iPhone 16, che hanno debuttato nella serata italiana allo Steve Jobs Theater di Cupertino, vorrebbero essere questo: i primi iPhone in cui al centro non ci sono più le app bensì un’idea ambiziosa di intelligenza artificiale, anzi una Apple Intelligence (iniziali di AI, non a caso). Il ceo Tim Cook durante l’evento ha parlato di «novità che avranno un profondo impatto sulle nostre vite».
In parte sviluppato da Apple stessa e che finirà prevalentemente dentro Siri: l’assistente digitale diventerà molto più centrale nell’uso quotidiano, più utile e quasi «umano». Un’altra tessera del puzzle verrà fornita da altre aziende, a partire da OpenAI che porterà sugli iPhone 16 il suo ChatGpt, chiamato in causa per rispondere alle domande più complesse. Finora sono già partite Samsung con i suoi Galaxy e Google, lo scorso mese, con i Pixel 9. Però non si è andati oltre a funzioni limitate: generare qualche riassunto nelle email, traduzioni multilingua, un po’ di fotoritocco con AI nella galleria di immagini. Avere un assistente digitale integrato può portare il più diffuso oggetto del mondo, lo smartphone, in un’altra era.
In realtà per Apple l’ingresso nel mondo AI sarà accidentato. Le prime cose si vedranno con un aggiornamento software a ottobre. Per ChatGpt e «super-Siri» servirà più tempo. E soprattutto noi italiani dovremo attendere parecchio: a dicembre lo sbarco in Europa in Francia, Germania e Spagna. Per l’Italia si spera nel 2025. Il ritardo dell’Europa sta nella difficoltà ad adeguare il nuovo mondo dell’AI alle complessità linguistiche, ma anche al sistema di regole su privacy e intelligenza artificiale dell’Ue.
Ma c’è chi vede dietro ai rinvii un tentativo di fare pressione su Bruxelles, in un periodo in cui sono diversi i dossier aperti su Apple. Domani è attesa una nuova sentenza sulla diatriba decennale sugli sconti fiscali concessi dall’Irlanda a Cupertino: in ballo ci sono 14 miliardi di euro. Da una parte c’è l’Europa, dall’altra la Cina che, come per le auto elettriche, mostra i muscoli: proprio oggi Huawei svelerà il suo telefono «trifold» Mate XT. Huawei, azzoppata dalle sanzioni dell’amministrazione Trump (confermate e inasprite da Biden), è un esempio estremo di resilienza: sta ripartendo in Occidente ma è tornata fortissima in Cina, con il Trifold che ha già 3 milioni di preordini. Apple in Oriente resta sotto forte pressione da parte dei marchi cinesi (oltre a Huawei anche Xiaomi, Honor, Oppo, Vivo).