Due terzi dei poveri sono stati esclusi dal reddito di cittadinanza. Lo sottolinea la Caritas alla luce dei dati pubblicati recentemente dal ministero del Lavoro. “Se si considera il totale delle famiglie in povertà, l’Istat ha calcolato che poco più del 30% di esse ha ricevuto il Reddito di cittadinanza tra il 2020 e il 2022.
Che cosa vuol dire? Significa che nonostante la spesa totale e il consistente numero di persone raggiunte da questo aiuto, i due terzi di coloro che vivono nelle condizioni peggiori, le persone in povertà assoluta, appunto, non hanno usufruito di questo sostegno” sottolinea Caritas ricordando di avere “previsto, con delle simulazioni ad hoc, che il 44% delle famiglie in povertà avrebbe ricevuto il Reddito di cittadinanza e che quindi più del 50% di esse sarebbe rimasto senza aiuto. Purtroppo i dati pubblicati dal Comitato sono peggiori di quanto si era prospettato”.
“L’uscita del rapporto di monitoraggio del Comitato – dice don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana – conferma anzitutto che per disegnare misure efficaci di contrasto alla povertà occorre partire da chi sta peggio. Il metodo della Caritas è stare accanto ai più poveri e accompagnarli, non basta l’assistenzialismo. E per accompagnarli occorrono tempo e interventi a livello locale, come la formazione e la riqualificazione, ad esempio, altrimenti si compromette l’efficacia degli interventi.
L’Italia è il Paese dove la povertà si eredita. Partire dai poveri è un dovere nella lotta alla povertà. Partire ogni volta da zero con le misure di contrasto, invece, è un errore. Servono quindi continuità e l’ascolto da parte della politica di chi monitora quotidianamente i fenomeni sociali. Adesso sarà importante tener conto del rapporto del Comitato per non disperdere quanto acquisito. E noi continueremo con i nostri monitoraggi”.