TAROCCHI GRATIS NEWSCateno De Luca un migrante della politica?
«Nel 1958 mio padre emigrò a Monza perché da noi non c’era lavoro e per due anni abitò con altri tre operai in una baracca di 20 metri senza servizi. Io credo molto nelle coincidenze della vita». Diventato una pop star della politica a colpi di “vaffa”, spogliarelli, liti, Il sindaco di Messina si è messo in testa di fare il gran salto alla politica nazionale.
Davvero pensa di poter battere Adriano Galliani nel seggio che fu di Berlusconi?
«Chi è Galliani? Galliani chi?».
Il vicepresidente vicario e amministratore delegato del Monza calcio.
«Continui a fare il calciatore, la politica è una cosa seria — risponde al cellulare il sindaco di Taormina, 51 anni —. Molti sottovalutano che in quel collegio il 50% degli elettori è meridionale e che dove ho giocato in prima persona, come a Messina e Taormina, ho vinto. Per natura non metto limiti alla provvidenza».
La presidenza della Sicilia l’ha persa.
«Sono arrivato secondo solo perché c’era l’election day. Hanno evitato il Catemoto, per dirla con il titolo di un mio libro, ma si ritrovano con la Regione nelle mani di una banda bassotti politica e con Schifani presidente, il miglior servo o servitore dello Stato».
E lei chi è? Scateno, Masaniello, Napoleone?
«Io sono De Luca Cateno Roberto Salvatore, mia madre mi chiama Robertino. La definizione che do di me stesso in una delle mie canzoni è ragazzo impertinente di Paese».
Ambizione sconfinata?
«Sono lo Zar di Fiumedinisi, il paesino dove sono nato e ho debuttato. Consigliere comunale, assessore, sindaco. Il 18 marzo 2007 per il mio compleanno mi sono regalato Sicilia Vera, da cui un anno fa è nato “Sud chiama Nord”, con Laura Castelli portavoce. Se ho preso 500 mila voti è perché a noi ci ha votato la gente, non siamo nati da accordi di palazzo o sedute spiritiche».
Alle Europee sogna di sfondare a livello nazionale?
«Vogliamo portare nel cuore della Lega la sfida della buona amministrazione e ripristinare il Regno delle Due Sicilie. Quindi prima mi candido a Monza, ne ho il diritto in quanto sono il sindaco d’Italia. Vittorio Sgarbi è incazzato perché io ho 5 gagliardetti e lui solo 4».
A sfogliare i giornali lei per è il re delle pernacchie, delle foto a torso nudo, con la Bibbia in una mano e pinocchio nell’altra.
«La noia è la morte. Mi piace essere dissacrante, ma ho dimostrato di saper amministrare. La strategia del nuovo Regno delle Due Sicilie, che lanceremo alle Europee, serve a invertire il meridionalismo piagnone di chi si sente sempre vittima».
Farà i conti con Salvini.
«Ci ha aperto la guerra, ha lanciato un’opa sul nostro gruppo a Messina e in Regione. Gioca, fa finta di voler fare il ponte, per questo gli ho mandato una scatola di mattoncini Lego. Non ha gradito, è molto incavolato anche perché gli ho dato simpaticamente del bimbo minchia».
Alle Europee la soglia è del 4%, sarà costretto a federarsi con Renzi e Calenda?
«È una opzione, perché a Renzi e Calenda manca la presenza nel meridione, ma sarebbe un matrimonio di interessi per sdoganare il progetto. La condizione è che io sarò capolista al Sud e nelle Isole perché voglio fare lo zar, l’imperatore del nuovo Regno delle Due Sicilie.
Non rinunceremo al nostro brand, a costo di correre da soli». Meglio Renzi, o Calenda? Il Twiga o Capalbio?
«Questi due sono condannati a stare insieme, come in un girone dantesco. Litigano di notte e rubano insieme di giorno, come i ladri di Pisa».
Ma lei non voleva federare i movimenti civici mettendo insieme Fioroni e Moratti, Quagliariello e Maraio?
«È la seconda opzione. Il lavoro sta andando molto bene, quasi quanto il mio studio del clarinetto. Mi manca poco e mi laureo al Conservatorio».CONTINUA A LEGGERE SU TAROCCHI GRATIS