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COSA NASCONDONO?

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IL SILENZIO ASSORDANTE DEL CALCIO SULLE MORTI PREMATURE DEI CALCIATORI – L’ULTIMO STUDIO EPIDEMIOLOGICO SULLA MORTALITÀ DEGLI SPORTIVI E’ STATO CONDOTTO NEL 2000 – IL TEMA È TORNATO DI ATTUALITÀ SOLTANTO GRAZIE ALLE SCOMPARSE DI GIANLUCA VIALLI E SINISA MIHAJLOVIC – GIÀ 23 ANNI FA SI SEGNALAVA UN TASSO DI MORTALITÀ PIÙ ELEVATO DEI CALCIATORI E SI CONFERMAVA L’INSORGENZA ANOMALA DI SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA – PERCHÉ SI È SMESSO DI INVESTIGARE?

Estratto dell’articolo di Marco Grasso per il “Fatto quotidiano”

Le morti premature allarmano gli ex calciatori. Ma il mondo del calcio sembra non aver voglia di approfondire davvero l’argomento. L’ultimo studio epidemiologico sulla mortalità degli sportivi si basa ormai su dati di vent’anni fa. L’indagine, coordinata dalla ricercatrice dell’Istituto Mario Negri di Milano Elisabetta Pupillo, conferma l’insorgenza anomala di una malattia molto rara nella popolazione generale, la Sclerosi laterale amiotrofica (Sla).

Un fenomeno già riscontrato da un’inchiesta di Raffaele Guariniello e dell’Istituto superiore di sanità. […] L’esito di quegli accertamenti, però, da allora è rimasto tabù[…] A scuotere il pianeta del pallone sono state le morti recenti di Sinisa Mihajilovic (leucemia) e Gianluca Vialli (tumore al pancreas). Da quel momento sono in tanti a uscire allo scoperto. […] La preoccupazione ricorrente riguarda l’abuso di farmaci o di sostanze usate abbondantemente per anni, finché non sono state dichiarate doping.

Ma cosa sappiamo davvero sulla correlazione tra la somministrazione di sostanze e la mortalità dei calciatori? A rileggerlo oggi, lo studio Pupillo fornisce molte informazioni interessanti, sebbene non giunga a conclusioni definitive sull’origine del fenomeno. Il dato di 34 casi di Sla, ricavato fra 23.586 calciatori professionisti italiani che hanno giocato fra il 1959 e il 2000, mostra un tasso di mortalità doppio rispetto alla popolazione generale.

Ma se si vanno a vedere i sottogruppi, viene fuori che nei calciatori di Serie A l’incidenza aumenta fino a sei volte. I più colpiti sono i centrocampisti, ruolo che richiede alte prestazioni fisiche; il doppio rispetto ai portieri e il 30% in più rispetto agli attaccanti. Il decennio più nero è quello fra il 1975 e il 1984: i calciatori colpiti sono 4 volte in più della media, il doppio rispetto ai dieci anni precedenti. Complessivamente i calciatori si ammalano giovani, a 45 anni, a fronte di un dato medio di 65.

I dati anomali dei calciatori italiani sono omogenei al football americano e al baseball, mentre ciclisti e giocatori di basket hanno una mortalità di Sla simile a quella della popolazione generale. È un lavoro che fa anche Guariniello, che scopre che non ci sono dati altrettanto allarmanti nel rugby e nel ciclismo.

Tra i fattori sospetti ci sono anche i traumi fisici e l’attività fisica usurante, così come l’impiego di fertilizzanti nei campi. “Occorrerebbe indagare, ma oggi non lo sta facendo nessuno – conclude Guariniello – La verità che non potremo dire niente che abbia un minimo di fondamento finché non si deciderà di condurre uno studio scientifico aggiornato.

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