TAROCCHI GRATIS NEWSDopo tre decenni di cooperazione con gli Usa e i suoi partner nell’ambito dell’esplorazione spaziale, la Russia torna a inviare sonde nello spazio lontano dall’orbita terrestre in modo del tutto autonomo. E la sonda automatica Luna 25 è pronta a partire verso la Luna, 47 anni dopo Luna 24, l’ultima missione targata Unione Sovietica che scese sulla superficie selenica riportando sulla Terra 169 chili di campioni. Il satellite naturale della Terra è tornato a essere la nuova frontiera della conquista spaziale, un po’ come fu negli anni Sessanta, spinta sia da una nuova guerra fredda che dalla nuova e crescente “Space Economy”, che sta convincendo non solo le agenzie spaziali governative, ma anche le ambiziose compagnie private a lanciarsi verso il globo selenico. «Ci stiamo preparando a tornare, non più per brevi periodi ma per restarci – ci ha detto di recente Sam Scimemi, a capo dei programmi Nasa con equipaggio umano e quindi anche del Programma Artemis –. L’obiettivo è realizzare una stazione in orbita lunare, e poi creare una base e poi un villaggio lunare. E poi la Luna sarà la base per la conquista di Marte».
Ma oltre a Stati Uniti ed Europa, altre nazioni sono ormai lanciate verso la Luna. A partire dalla Cina che ora prepara Chang’è 6, seconda missione automatica che dovrà recuperare campioni selenici da riportare sulla Terra. Inoltre, non ha mai nascosto, ormai da anni, l’intenzione di far scendere sulla Luna i suoi “taikonauti” attorno al 2030. È l’Asia a guidare la nuova cora: la sonda Chandrayaan-3 dell’agenzia indiana Isro è da poco arrivata in orbita lunare, e la sonda farà sbarcare un piccolo rover sulla superficie. E il 26 agosto partirà anche la missione giapponese Slim che farà scendere anch’essa un robottino sulla superficie selenica. Per quanto riguarda i russi, si tratta di una missione del tutto autonoma per l’agenzia Roscosmos. Anche perché il lancio, previsto per oggi, non avverrà dallo storico cosmodromo del Kazakhstan, ma dalla nuova base spaziale russa di Vostochnij, quasi ai confini con la Cina. Anche queste missioni russe hanno patito delle problematiche dell’invasione dell’Ucraina, e di conseguenza le nazioni coinvolte nei programmi. Europa compresa. La sonda doveva partire nel 2020, e l’Esa europea doveva realizzare la camera Pilot-D, un apparato per eseguire con guida automatica la discesa lunare. Inoltre, sulla Luna 27 era prevista una trivella realizzata in Italia da Leonardo per perforare il suolo alla ricerca di acqua.
Il grande cambiamento rispetto alla prima corsa alla Luna riguarda, oltre alle nuove potenze spaziali, anche le compagnie private. A cominciare dalla Space X di Elon Musk, che già ora garantisce i viaggi-spola tra Terra e Stazione Spaziale con astronauti. E che si prepara a un nuovo tentativo (per settembre) di lancio del suo gigantesco razzo con l’astronave Starship, riuscito solo in parte lo scorso 20 aprile dalla base di Boca Chica. Nel frattempo, in attesa delle missioni con astronauti, gli Usa stanno organizzando due missioni automatiche di aziende private (Nova-C e Peregrine Lunar Lander) che dovrebbero prendere il via nei prossimi mesi. Entrambe consentiranno esplorazioni finalizzate al programma Artemis per la colonia lunare. Intanto il Programma Artemis, che prende il nome mitologico dalla sorella di Apollo, è partito. Pur essendo costata molto (4 miliardi di dollari, tutto compreso: ma i costi scenderanno sensibilmente con le missioni successive), la prima missione Artemis-1 , partita lo scorso 16 novembre, è stata un grande successo. A bordo vi erano tre manichini. Ora, si prepara la “missione 2”, prevista per novembre 2024 senza allunare, ma orbitando attorno alla Luna più volte: a bordo della Orion (che la Nasa ha presentato due giorni fa), quattro astronauti compresa una donna, ricercatrice (Christina Koch), un canadese (Jeremy Hansen), e un astronauta di colore (Victor Glover).
L’industria italiana, con Thales Alenia Space, grazie agli accordi di Esa e Asi con la Nasa, lavora su tre dei quattro moduli principali della stazione cislunare. L’obiettivo comune, entro il 2030, è di iniziare i grandi lavori per il primo villaggio lunare. «La Luna è una preziosa opportunità per lo sviluppo dei voli spaziali commerciali – spiega Walter Villadei, astronauta italiano dell’Aeronautica Militare, in addestramento per un’imminente missione alla Stazione Spaziale –. Le agenzie governative si affidano sempre più ai servizi di privati anche per Luna: dalla logistica, al trasporto, alle comunicazioni, finanche, chissà, all’estrazione del prezioso Helio3, materiale dalle interessanti proprietà per generare fusione nucleare pulita o di altre terre rare presenti sul nostro satellite. Non è un caso, infatti che sempre più spesso si parli di Moon Economy. Una naturale piattaforma su cui sviluppare, preparare e testare le tecnologie abilitanti per il passo successivo: Marte».CONTINUA A LEGGERE SU TAROCCHI GRATIS