TAROCCHI GRATIS NEWSCristina Seymandi ha voluto mettere un oceano tra sé e le polemiche suscitate dall’ormai celebre e velenoso video-discorso di addio dell’ex fidanzato Massimo Segre. Ma la vacanza in Vietnam non rappresenta una resa. Anzi. «Dopo giornate di disagio che mi hanno molto provata», si dichiara sempre più convinta di essere vittima di un «autentico femminicidio mediatico». Con il suo avvocato Claudio Strata sta valutando la praticabilità di un’azione legale. Seymandi ipotizza che suggeritori abbiano tramato nell’ombra per sabotare il matrimonio.
«Nella lettera di Massimo Segre, per l’ennesima volta la mia vita e il nostro comune percorso insieme erano messe in evidenza a tutta pagina, sulla cronaca nazionale, mescolate, nell’articolo, con la pubblicità per le future iniziative imprenditoriali delle aziende del mio ex compagno. Massimo in quella grande, disorientante, pagina di giornale parla molto di sé stesso: sostiene che “non vi è violenza nell’affermare la verità pubblicamente”, riferendosi alla decisione – quella di mettere in piazza il nostro privato – che forse ha preso, quella sera del 27 luglio, convinto dai discorsi di chi – accanto a lui – non ha mai voluto la nostra felicità».
La riflessione si sviluppa in chiave psicologica: «Parla, Massimo – forse con l’intento di attirarsi le simpatie di qualcuno – “dell’anello di fidanzamento di proprietà di sua mamma”, il nostro anello di fidanzamento, di cui non perde l’occasione di sottolineare il valore materiale …, anello al quale ero affezionatissima come a una delle mie cose più care, misteriosamente sparito (guarda caso) da casa nostra 15 giorni prima di quella tristissima serata salita agli onori delle cronache, a riprova, forse, che c’è chi la vendetta la programma minuziosamente, e perversamente, con largo anticipo».
Cristina lascia intendere di avere ancora parecchi assi da giocare. «Massimo scrive che “l’amore dovrebbe essere una splendida esclusiva”. Affermazione che mi stupisce sentir pronunciare proprio da lui… ma sulla quale preferisco non soffermarmi, perché, a differenza di Massimo, io non sento di avere alcun diritto di erigermi nel contempo a giudice e boia degli eventuali errori delle persone con le quali percorro un pezzo di vita». «In questi giorni di enorme pressione, da donna emotivamente risolta e professionalmente affermata, mi sono trovata in molte occasioni, durante le lunghe giornate nelle quali ho cercato di ritrovare equilibrio, e anche nelle notti passate insonni, a pormi un’insistente domanda: ma se tutto ciò fosse invece capitato a una ragazza o ragazzo di 20 anni, a una giovane donna o uomo per mille motivi più fragile di me, cosa sarebbe successo…?
Ci sono stati messaggi violenti, tipici di quella mascolinità tossica che ancora pervade la nostra società: minacce, insulti, epiteti di ogni genere, offese, umiliazioni. E non sono mancate aspre critiche anche da parte di donne. Non voglio drammatizzare, ma le cronache ci raccontano di persone in difficoltà che in situazioni di questo genere possono arrivare a gesti di autolesionismo o, nei casi peggiori, a togliersi la vita, non riuscendo a reagire a una umiliazione e diffamazione pubblica sui mass media e tramite social e web». Infine Seymandi torna sull’ex fidanzato, con cui ha ancora rapporti professionali, stigmatizzandone il cinismo […] «Il signor Segre pone sé stesso al centro di tutta la narrazione: la sua necessità di prendere parola, le sue vere o presunte difficoltà nel forzarsi a farlo (e faccio fatica a pensarlo, visto che tutto è parso meticolosamente organizzato…), i suoi “valori”, le sue aziende, il suo pensiero… proseguendo con una lunga lista di “aggettivi possessivi al maschile singolare”.
Io, sommessamente, vorrei invece allargare lo sguardo, a ciò che il mio ex compagno probabilmente, complice l’ego, non vede: chi sta attorno a noi, il destinatario dello sfogo, chi patisce, soffre, non comprende il perché di tanta umiliazione in pubblico e sul web, e alle persone a quest’ultimo collegate, come i figli, che necessariamente ne partiranno le conseguenze. Inoltre, se questa storia non avesse avuto i Social a contorno, si sarebbe consumata tutta in un banale chiacchiericcio cittadino: quanto accaduto sottolinea allora, una volta di più, l’impatto di questi strumenti, e la necessità di una regolamentazione più seria, come il saggio richiamo del Garante della Privacy, l’altro ieri, ci ha giustamente ricordato».
Seymandi conclude la lettera riaffermando la convinzione «di aver dato il massimo in questa relazione, e mi spiace molto, sinceramente, per il disagio che posso aver creato a Massimo Segre, se – come lui sostiene – non sono stata all’altezza delle sue aspettative come compagna. Ma nel merito di questa triste vicenda, anche considerato il fatto di non aver avuto, per sua scelta, nessuna possibilità di confronto con lui, l’uomo con cui condividevo la mia quotidianità da tre anni – non penso di aver altro da aggiungere».
La guerra dei post. E dopo le nozze saltate, con tanto di video diventato virale, la vicenda Segre-Seymandi ora passa sui social. Quindici di agosto. Massimo Segre, finanziere, commercialista, posta su Facebook una poesia. «Fuochi artificiali finiti col botto; Giornata di ferragosto conclusa». È notte inoltrata e si sa, quella è l’ora in cui i pensieri si rincorrono. Soprattutto quando non si riesce a dormire. «Rifletti su tante questioni, ringrazi di stare in salute». E ancora: «Sdraiato sul tetto di casa, la brezza leggera ti sfiora, ascolti il lieve sciabordio del mare e le rade voci soffuse in lontananza; cerchi le ultime stelle cadenti, anche per esaudire altrui desideri, protetto da una coperta di stelle. La grandezza del Creato Ti avvolge e Ti sommerge». Messaggi di sostegno, di plauso. Nessuno escluso.
Anche Cristina Seymandi pubblica il post di Ferragosto. «Auguri! Con Camilla & Biba». I suoi due cani. Anche qui una raffica di commenti di sostengo, solidarietà. Due schieramenti. Per raccontare questa storia bisogna sdraiarsi sul bordo della piscina di quella villa in collina. «L’ho lasciata pubblicamente. Dovevo preservare la mia reputazione», scrive lui in una lettera a La Stampa. Non voleva, insomma, che lei raccontasse solo la sua versione dei fatti. Succede anche nelle migliori famiglie. Perché questa storia in fondo tiene insieme un po’ tutto: sentimenti feriti, tradimenti, rivalse. Nulla di nuovo. Ma ogni aspetto è 2.0: ampliato, esasperato. Il garante della privacy indaga su chi ha diffuso il filmato.«CONTINUA A LEGGERE SU TAROCCHI GRATIS