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Gustavo Rol è in arrivo presto sugli schermi, grazie alla penna e all’estro registico di Anselma Dell’Olio, Enigma Rol, la prima docufiction cinematografica dedicata a Gustavo Adolfo Rol, singolare personaggio torinese dalle doti paranormali che per tutto il Novecento ha fatto discutere l’Italia. Nato in mezzo al rumore futurista, all’alba del secolo scorso, Rol veniva alla luce nella Torino del 1903.
Figura portentosa, quanto solitaria, capace di accendere e dividere gli animi dei più grandi protagonisti della scena pubblica: dal mondo della cultura (Fellini e Zeffirelli) a quello dell’imprenditoria (Gianni Agnelli), fino al giornalismo con Piero Angela e Roberto Gervaso che conobbero e si interrogarono sulle doti reali o meno dell’enigmatico Rol. Nel 2024 cadranno i trent’anni esatti dalla sua scomparsa, avvenuta nel settembre del 1994. Nella vita Rol seppe distinguersi anche come intellettuale, grazie alle sue tre lauree, e raffinato poeta.
Da queste basi e dalle numerose testimonianze ben chiare nella mente di molti, ha preso le mosse Enigma Rol, opera cinematografica ideata e scritta da Anselma Dell’Olio e Alessio De Leonardis, le cui riprese, dirette dalla stessa Dell’Olio, sono terminate – altro piccolo elemento tra casualità o, se volete, magia – proprio attorno al 20 giugno, ovvero nel 120esimo anniversario della nascita del particolare protagonista. Picaresco quanto solitario e schivo, poco incline a concedere interviste.
Rimase nei ricordi di molti quella che, a fine anni 70, Rol concesse a Roberto Gervaso, nella quale a domanda precisa su come lui stesso si sarebbe definito tra veggente, sensitivo, medium, Rol rispose in maniera umile quanto singolare di sentirsi «un essere molto più alla buona, meno importante, ma diverso» grazie a doti, che lui definì «possibilità», quali la telepatia, la chiaroveggenza, la precognizione, la levitazione, la telecinesi e la materializzazione di oggetti.
Qualcosa che, forse quasi normale per lui, certamente non lo era per i molti, a Torino e non solo, che ebbero la fortuna di conoscerlo. Tra questi, come detto il grande regista Fellini che (come era facilmente intuibile) ne rimase affascinato a tal punto da fargli dire di lui: «Quello che Rol sa fare è pauroso. Chi assiste prova la sensazione di un uomo che sprofonda in un abisso marino senza scafandro», dichiarava il regista di Amarcord.
La regista Anselma Dell’Olio, concluso l’ultimo ciak ha commentato: «Sin dall’alba dei tempi, l’umanità ha testimoniato innumerevoli eventi inspiegabili. Liquidarli come aneddotica significherebbe abbandonare questo terreno a credenti acritici e ciarlatani, invece di conquistarlo per la scienza».
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