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In Italia non si dimette mai nessuno troppo attaccamento allo stipendio

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La domanda è una: perché la resa dei conti tra Spalletti e la squadra ha dovuto attendere l’eliminazione dall’Europeo? Non […]

La domanda è una: perché la resa dei conti tra Spalletti e la squadra ha dovuto attendere l’eliminazione dall’Europeo? Non sarebbe stato meglio affrontarsi prima? Dopo la disfatta con la Spagna, magari. O quando la classe ha capito che gli insegnamenti del maestro erano troppo articolati per mandarli a memoria in così poco tempo.

Un confronto serrato. Qualcuno dice duro, perché le posizioni erano distanti. La squadra a chiedere più certezze, un copione più semplice da mettere in pratica.

L’allenatore a pretendere maggiore applicazione. Perché quello che si è visto in campo non si può spiegare solo con la difficoltà di attuare le richieste. È mancato tutto, a partire dall’impegno. Probabilmente anche in allenamento.

Uno dei problemi maggiori è che Spalletti si è trovato per le mani una squadra senza leader. Senza Bonucci e Chiellini, per intenderci. Questo ha dato forza ad alcuni gruppetti interni allo spogliatoio con cui la chimica non è scattata.

Qualcuno ha accusato l’allenatore anche per la preparazione, poco incentrata sull’intensità, a detta di alcuni giocatori. Addirittura c’è chi aveva messo nel mirino la convocazione di Fagioli, ritenendolo un delatore per aver tirato in ballo Tonali nella questione scommesse (in realtà è vero il contrario).

Prima della partita con la Croazia, il gruppo era convinto di proseguire nel solco delle prime due partite. A due ore dal fischio d’inizio è cambiato tutto, o almeno questo ha percepito la squadra. Difesa a tre, due attaccanti, fuori un paio di giocatori che pensavano di esserci, ripescati due che si sentivano esclusi. Poi, la conferma di Di Lorenzo: il peggiore eletto a irrinunciabile. E chi poteva giocare al suo posto finiva colpevolmente per sentirsi in vacanza.

La Figc ha annunciato la nascita di una commissione di tecnici per sostenere l’impiego dei giovani italiani nei club di Serie A. Ma servirà anche per fare da direzione sportiva del Club Italia e sgravare il ct da questioni organizzative. Ma il piano presenta controindicazioni anche per l’allenatore.

Perché in un Paese di 60 milioni di ct e altrettanti dietrologi volete che, se dovesse giocare il giovane o riposare il campione di uno dei club rappresentati in commissione, non ci sia qualcuno pronto a pensar male?

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