La parola chiave è una: “incompatibile”. Vuol dire che la sera del 14 febbraio 2004, nella stanza D5 del Residence delle Rose di Rimini, le cose potrebbero non essere andate come detto finora.
Marco Pantani, che lì fu trovato cadavere, non era solo: in quella stanza ci sarebbero state almeno altre due persone. Che avrebbero “sistemato” il cadavere del Pirata e “creato” la scena del crimine. E se le cose stessero così, allora è difficile pensare che l’omicidio sia “un’ipotesi sostanzialmente fantasiosa”, come aveva scritto il giudice delle indagini preliminari di Rimini accogliendo la richiesta di archiviazione sull’indagine che voleva rispondere proprio a quest’interrogativo: Pantani fu ucciso?
Interceptor, un algoritmo di Intelligenza artificiale che per esempio è in grado di stabilire come potrebbe comportarsi il corpo umano in determinate situazioni.
I risultati sono stati riassunti in un documento firmato da Nicolini e che Gente ha potuto consultare. Due le conclusioni: la prima è che «il corpo non poteva essere posizionato in quella modalità se non attraverso l’inter- vento di almeno due persone», e quindi che «per ridurre in quelle condizioni la stanza non sarebbe stata possibile l’ese- cuzione da parte di un unico uomo».
SIMULAZIONI RIPETUTE 176 VOLTE
«Abbiamo analizzato 176 modelli di caduta di un corpo inerte e in nessun caso la posizione finale sarebbe stata quella nella quale è stato trovato Pantani», argomenta Nicolini. C’è un altro elemento che suggerirebbe come qualcuno avrebbe spostato il cadavere: sul copriletto vicino al corpo è stata identificata una macchia di san- gue la cui forma è compatibile con quella che potrebbe aver lasciato lo spazio tra pollice e indice della mano sinistra di una persona.
«Come se qualcuno con la mano destra avesse spostato le gambe e con la sinistra si fosse appoggiato al letto», spiega ancora Nicolini. Un uomo di corporatura media e destrorso. L’intelligenza artificiale “contesta” anche le macchie di sangue presenti sotto il corpo di Pantani: nella posizione in cui è stato rinvenuto non avrebbero potuto avere quella forma. Non solo. L’algoritmo calcola che il colore del sangue non sarebbe compatibile con l’ora della morte.
QUEL DISORDINE NELLA STANZA
C’è quindi il capitolo disordine della camera. Marco Pantani non avrebbe potuto mettere a soqquadro la stanza. «In base ai farmaci che assumeva e che sono stati trovati sulla scena del crimine, Pantani poteva contare solo sul 40 per cento del- la forza di un uomo in condizioni normali», dice l’esperto.
«Per lo spostamento di alcuni arredi interni alla stanza l’algoritmo ha identificato una forza necessaria molto superiore a quella di un unico individuo», si legge quindi nella relazione finale. Anche la droga trovata sembra essere stata posizionata «in un momento molto successivo alla morte dell’atleta»: nonostante fosse su una macchia di sangue, non ne avrebbe assorbito.
Massimiliano Nicolini avanza un’ipotesi «plausibile» di quanto sarebbe avvenuto. «Pantani sarebbe stato aggredito da due persone, costretto in qualche modo ad assumere la droga e spostato vicino al letto dove poi è stato ritrovato».
TRE INCHIESTE IN 17 ANNI
E adesso? Tre inchieste hanno tentato di far luce sulla morte di Pantani. La prima, nel 2004, ha parlato di accidentalità; la seconda, nel 2014, sull’ipotesi di omicidio, è stata archiviata. Infine, nel 2021, il fascicolo è stato riaperto, ma anche in questo caso è stata richiesta l’archiviazione sulla quale i giudici devono ancora deliberare. Nel frattempo, a settembre 2022, la Commissione antimafia che pure ha indagato sul caso, ha scritto che è possibile una ricostruzione dei fatti di- versa da quella fin qui letta. Ora il responso dell’Intelligenza artificiale.