Il primo Allegri fu cacciato dopo aver vinto lo scudetto (e altri quattro prima) per mancanza di “bel gioco”. Arrivò Sarri e fu cacciato dopo aver vinto uno scudetto, non si sa con che gioco. Arrivò il “maestro” Pirlo che agguantò la qualificazione in Champions per grazia ricevuta (da Napoli) e vinse super coppa italiana e coppa Italia: ovviamente, fu cacciato via.
Alla fine, l’Allegri due, con il massimo dirigente che gli faceva guerra, si qualificò per la Champions e vinse (con quattro gol di Milik) la coppa Italia: è stato cacciato via. Ovvio che Thiago Motta non voglia correre il rischio di vincere qualcosa per essere mandato via e, quindi, mi sembra si stia portando avanti bene per tempo: lo scudetto è un miraggio, il superamento del turno in Champions traballante, la Coppa Italia vedremo.
Dopo il passaggio di Attila-Paratici, che con la squadra distrusse anche la società sommergendola di debiti e di ridicolo (l’esame di italiano di Suarez), arrivò Arrivabene, presto andato, ma non prima di aver comprato un centravanti che, con i suoi 80 milioni e 12 di ingaggio (ne vale la metà) tiene in ostaggio, da anni, la Juve.
Acquistato come “il terzo più forte del mondo” che la Juve “sarà costretta a cedere in Premier tra un paio d’anni” (gli esperti) è come quando compri quelle moto tanto attese e poi ti accorgi che non vanno un tubo: la vorresti rivendere, ma puoi al massimo ridarla dentro se ne prendi un’altra (su, forza!). Andava bene per la Fiorentina, come Kean e Milik, che non giocavano per non svalutare quello che i giornali chiamano DV9. Nel suo primo anno Giuntoli ha acquistato due autentici rinforzi per l’Inter: Djialo e Alcaraz, ma non il tennista, purtroppo.
Compiuto il loro dovere, li ha subito rispediti su Marte sola andata. Venendo all’ultimo anno di contratto di Arthur – ultimo del celebre terzetto paratico con Ramsey e Rabiot -, Giuntoli si è sentito in dovere di individuare un valido sostituto nel connazionale Douglas Luiz: anche in questo appare esserci riuscito.
Poiché dalla Fiorentina avevamo comprato solo Bernardeschi (40 milioni), Chiesa (60) e Vlahovic (80) ha pensato di consolidare il rapporto di mutuo soccorso con Nico Gonzales (40): quando si dice la continuità! Inutile aspettare che un grande portiere concluda il suo anno di contratto: meglio dargli 4 milioni per torglierselo di torno e spenderne venti per un portiere “bravo con i piedi” (sì, ma con le mani?). Però due bravi giocatori, la dirigenza, li ha presi: Kalulu e Conceicao. Anzi no, questi non li ha presi, sono in prestito.
Colpa degli infortuni se Motta non va, infortuni che, infatti, Allegri non aveva quando due anni fa affrontò, senza nessuno (non Chiesa, Vlahovic, Di Maria, Paredes, Pogba…) l’orrendo girone di Champions, che ci portò alla semifinale di Europa League con Miretti, i meno 10 o meno 15 e Fagioli che giocava (al computer, però). Effettivamente, la dea è bendata per la Juve; i dirigenti, invece, hanno le fette di salame sugli occhi.