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LA RUSSIA POTREBBE COLPIRE INFRASTRUTTURE STRATEGICHE NATO IN ALLARME

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LA NATO E’ PREOCCUPATA: ESISTE “UN RISCHIO SIGNIFICATIVO” CHE LA RUSSIA POSSA COLPIRE INFRASTRUTTURE STRATEGICHE IN EUROPA E NEL NORD AMERICA, COMPRESI LE RETI SOTTOMARINE, CIOÈ LE TUBATURE CHE TRASPORTANO GAS O I CAVI DI INTERNET – STOLTENBERG HA INVITATO A BRUXELLES I LEADER DI GRANDI AZIENDE DEL SETTORE DELL’ENERGIA, COMPRESO L’ENI RAPPRESENTATA DA DESCALZI – L’ALLEANZA ATLANTICA HA COSTITUITO UNA CELLULA PER LA PROTEZIONE DELLE INFRASTRUTTURE SOTTOMARINE, AFFIDANDOLA AL GENERALE TEDESCO WIERMANN – SI È MOSSA ANCHE L’ITALIA, SEGNALANDO I POSSIBILI PERICOLI PER I GASDOTTI SUBACQUEI DELL’ENI NEL MEDITERRANEO…

Nei giorni scorsi il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha invitato a Bruxelles i leader di grandi aziende attive nel settore dell’energia e delle telecomunicazioni. Ieri sera, poi, giovedì 4 maggio, Stoltenberg si è fermato a cena con quattro o cinque manager. Tra di loro Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, e Anders Opedal, presidente e ceo di Equinor, gruppo petrolifero norvegese.

L’Alleanza atlantica è da qualche mese in allarme. Esiste «un rischio significativo» che la Russia possa colpire «infrastrutture strategiche in Europa e nel Nord America», compresi le reti sottomarine, cioè le tubature che trasportano gas o i cavi di Internet. Si parte da un dato di fatto: in un anno e mezzo di guerra, l’armata putiniana ha preso di mira le infrastrutture civili in Ucraina, accanendosi, in particolare, contro le fonti di energia.

Ora c’è il timore che il Cremlino, in risposta alla controffensiva annunciata da Volodymyr Zelensky, possa alzare la posta. […] il Cremlino sta «mappando scrupolosamente» gli impianti dei Paesi che sostengono l’Ucraina sia sulla terraferma che nelle profondità delle acque. I satelliti e i radar Nato hanno già notato «un’insolita e intensa attività» di navi russe nell’Atlantico, nel Mare del Nord e nel Mar Baltico. Secondo Cattler sarebbero «minacciate» anche le grandi dorsali adagiate sul fondale dell’Oceano Atlantico da cui transita il traffico dei dati destinato al web.

Naturalmente sullo sfondo c’è il caso, non ancora chiarito, del sabotaggio al North Stream 2, la condotta che avrebbe dovuto raddoppiare la fornitura di gas russo alla Germania. Sono stati i russi? Oppure un commando ucraino? O ancora i polacchi appoggiati dagli americani? Pochi giorni fa le autorità danesi hanno confermato che il 22 settembre del 2022 era stata avvistata nella zona dell’attentato una nave russa in grado di trasportare un sottomarino.

La Nato, almeno finora, non ha preso una posizione ufficiale. Tuttavia, subito dopo il colpo al North Stream 2, il comando alleato di Bruxelles ha costituito «una cellula per la protezione delle infrastrutture sottomarine», affidandola al generale tedesco Hans-Werner Wiermann. Si è mossa anche l’Italia, segnalando i possibili pericoli per i gasdotti subacquei dell’Eni nel Mediterraneo.

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