«Non mi devo scusare con nessuno» è la frase pronunciata in un’intercettazione telefonica da Arianna Iacomelli, la moglie di Massimo Bochicchio, il broker che avrebbe truffato decine di vip. Eppure il ruolo della Iacomelli, indagata per riciclaggio, è ora centrale nella (nuova) caccia al tesoro del marito — morto in un incidente nel giugno del 2022 — disposta dal gip Daniela Ceramico D’Aria, che ha deciso di respingere la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura. Archiviazione invece accolta per Tommaso Bochicchio, fratello del broker, difeso dall’avvocato Sergio Stravino.
A porre la Iacomelli in una diversa posizione sono proprio le sue parole pronunciate durante una conversazione con Daniele Conte, 43 anni, fratello di Antonio, neo tecnico del Napoli, che avrebbe visto sparire 24 milioni di euro dopo aver deciso di investirli nell’imprese del broker.
In una telefonata Conte jr – che per anni ha lavorato per Bochicchio – le dice: «Questo ha falsificato dei bonifici». Lei risponde: «Ehhh, lo so ma io sono… Mi fido di mio marito al 100% (…) La nostra vita non è cambiata, anzi mi dice di risparmiare e tutto quanto…».
Nel settembre del 2020 Bochicchio, ormai in difficoltà, contatta la Iacomelli per suggerirle: «Non dire niente». Lei gli regge il gioco, ma con la suocera si sfoga: «Mi ha fatto una telefonata che non mi è piaciuta per niente… E io non ne posso più… Cioè sinceramente io devo anche rispondere alle persone perché non risponde lui… Non è proprio più accettabile. Lui sempre mi dice che torna».
Quanto sia centrale la Iacomelli nelle relazioni del marito, lo racconta Conte jr – la cui testimonianza è ritenuta centrale dal gip per ricostruire dove è finito il tesoro di Bochicchio – alla guardia di Finanza in una deposizione resa a ottobre del 2020: «Arianna organizzò una cena successivamente alla partita di Champions League Chelsea-Roma dell’ottobre 2017 a cui parteciparono i fratelli Carlo ed Enrico Vanzina, Giovanni Malagò e Federico Pastorello, il procuratore che ha condotto la trattativa per l’ingaggio di Antonio ai Blues. C’erano altri venti investitori ma non ricordo il nome».
Conte jr, laurea in Economia, racconta come nasce il rapporto tra lui, il fratello Antonio e il broker: «Nel 2017 vengo assunto da Bochicchio nella Tiber dopo che mio fratello aveva investito parte del suo patrimonio, circa 24 milioni di euro, in diverse valute nel fondo Kidman, anch’esso controllato da Massimo. A presentarmi Bochicchio è stato lo stesso Pastorello.
Lo definì un top manager. Intendeva farmi valutare eventuali investimenti con lo stesso broker. Io e mio fratello lo abbiamo incontrato la prima volta nell’estate del 2016. Bochicchio ci prospettò di investire in un veicolo denominato Kidman con sede nelle British Virgin Islands. Sostenne che la Kidman era una entità “non ufficiale” tramite la quale la stessa Hsbc investiva importanti capitali. Un espediente imposto, spiegò, dalle leggi inglesi».
Bochicchio sarebbe stato assai convincente con i fratelli Conte, come sostiene Daniele: «Mi disse che lui era stato determinante per far assumere Malagò come advisor della banca Hsbc, tanto che questi gli avrebbe regalato una Maserati per ringraziarlo. Massimo raccontò che conosceva Marco Tronchetti Provera, Roman Abramovich e l’Ambasciatore d’Italia a Londra, Raffaele Trombetta». Affermazioni — quelle di Bochicchio — che in realtà non sono mai state riscontrate e i diretti interessati hanno anzi smentito in maniera categorica.
Conte jr quantifica anche quanto avrebbe gestito Bochicchio: «Erano 300 milioni di euro circa sul fondo Tiber e 200 milioni di euro sulla società Kidman». Il crollo ha inizio con la pandemia: «Antonio chiese indietro 18 milioni di euro, ma Bochicchio non rispettò gli accordi. Contrasse il Covid nel 2020 e sparì».