I «facilitatori» dell’imprenditore di Bibbiano Enrico Benedetti non erano i classici lobbisti o esperti di comunicazione. Per la Procura di Reggio Emilia, diretta da Gaetano Paci, gli speciali collaboratori del ras della raccolta dei rifiuti, arrestato martedì, svolgevano pure loro incontri preparatori in vista delle riunioni decisive, come gli sherpa nella politica internazionale, ma non lo facevano con dossier e offerte tecniche, bensì con spogliarelli e amplessi. Un metodo che non sarebbe stato utilizzato solo per ottenere commesse dagli apparati militari per lo smaltimento di missili e munizioni, ma anche per blandire i colletti bianchi delle pubbliche amministrazioni civili, in particolare i dirigenti delle municipalizzate incaricate di liberare le città dall’immondizia.
CONTINUA A LEGGERE SU TAROCCHI GRATIS
Per questo gli uomini della Guardia di finanza reggiana, coordinati dal colonnello Ivan Bixio, hanno fatto visita a tre aziende: a Verona, a Siena e nel Bresciano. Ma se i media stanno seguendo con attenzione questa vicenda, in pochi sanno che ad Asti è in corso un’altra inchiesta che riguarda sempre l’azienda di Benedetti, la Ecologia soluzione ambiente (Esa), per quanto l’imprenditore non risulti al momento indagato. Gli inquirenti piemontesi guidati dal procuratore Biagio Mazzeo hanno aperto un fascicolo per violazione della legge sul finanziamento ai partiti e ai politici dopo aver ricevuto, a dicembre, un esposto presentato dall’avvocato Alberto Pasta, ex vicesindaco e assessore della città del Palio, e da un consigliere comunale dei 5 stelle, l’ingegner Massimo Cerruti.
Il legale, figlio d’arte (padre avvocato ed ex sindaco), già esponente del Partito liberale, è diventato un cacciatore di corrotti, militando nell’Italia dei valori di Antonio Di Pietro e sposando alcune tesi del Movimento 5 stelle. E proprio su iniziativa del partito di Giuseppe Conte, ha presentato l’esposto in Procura che ha portato all’avvio dell’inchiesta. I due firmatari contestano le erogazioni garantite da 12 imprese (oltre che da tre persone fisiche) al sindaco di Asti, Maurizio Rasero (Forza Italia), in vista delle elezioni comunali del 2022, quando il primo cittadino ha bissato il successo del 2017. «Con riferimento ai contributi ricevuti dalle società, non risulta alcun verbale attestante la volontà societaria di corrispondere il contributo» viene contestato nel documento, «né alcun estratto o copia di bilancio attestante l’iscrizione del contributo stesso».
Tranne che in un caso, in cui l’azienda ha inserito tra le uscite 10.000 euro come atto di liberalità, senza, però, sostiene l’esposto, indicare il beneficiario. Per questo Pasta e Cerruti concludono: «Se quanto sopra descritto corrisponde al vero, si è in presenza di un caso imponente e illegale di finanziamento elettorale pari a 33.500 euro, tale da minare addirittura la regolarità della competizione elettorale». Non sappiamo se questi denari abbiano fatto vincere Rasero, ma di certo la mancata rendicontazione da parte delle società sembra non sia stata sottovalutata negli uffici della Procura, che per questo hanno iscritto il procedimento sul registro delle notizie di reato, con una precisa contestazione (l’illecito finanziamento), ma, per ora, senza indagati.
Gli inquirenti confermano l’esistenza del fascicolo «perché è stato oggetto di conferenza stampa da parte dei denuncianti e perché, ovviamente, la Procura non può esimersi dall’iscrivere una notizia di reato una volta depositata». La Guardia di finanza sta procedendo alle indagini e ha attivato un canale di comunicazione con i colleghi di Reggio Emilia. Infatti, tra le società finanziatrici della campagna elettorale di Rasero c’è l’Esa di cui Benedetti, arrestato per corruzione e favoreggiamento della prostituzione, è presidente. Ad attirare l’attenzione di Pasta e Cerruti sulla società di Bibbiano, prima che la ditta finisse sui giornali per la vicenda reggiana, è stato un contributo di 3.000 euro al primo cittadino. Cerruti spiega come sia nata la denuncia: «Stavamo spulciando tra i finanziamenti della campagna elettorale di Rasero e ci ha colpito che una società di Bibbiano avesse deciso di sostenere il sindaco di Asti. Quindi abbiamo scoperto che, combinazione, questa ditta ha ottenuto appalti da una partecipata, in una fase particolare: nei mesi scorsi l’amministrazione ha cambiato strategia per la raccolta dei rifiuti, che non avviene più porta a porta, ma in isole specifiche. I vecchi cassonetti sono, quindi, stati rimpiazzati e il bando, pubblicato pochi giorni dopo le elezioni, coincidenza, se l’è aggiudicato l’Esa». Nella denuncia sono riportati gli importi precisi delle commesse: «Il 25 luglio 2022 l’Asti servizi pubblici (Asp) Spa indiceva una gara all’offerta economicamente più vantaggiosa per “l’affidamento della fornitura di un sistema integrato di raccolta con contenitori con aggancio tipo F90 e apertura controllata con riconoscimento utenti” avente base d’asta per 950.000 euro. Tale gara veniva aggiudicata alla Esa Spa», che era capogruppo di un’associazione temporanea di imprese (Ati) insieme alla Emz tecnologie ambientali di Bolzano. A concorrere c’era solo un’altra Ati. Vincente è stata un’offerta al ribasso da 835.472 euro, rimpinguata con una successiva «integrazione/estensione» dell’accordo del valore di circa 167.000 euro. Un milione tondo tondo complessivo, a cui va aggiunta l’Iva. L’esposto riporta anche un altro affidamento diretto, assegnato il 9 giugno 2023, da parte dell’Asp alla ditta emiliana, per la fornitura di «45 campane per il vetro di colore bianco e servizi ancillari (e qui le escort non c’entrano, ndr)» in cambio di «137.127,20 euro (oltre Iva)».
Gli esponenti a questo punto evidenziano un dettaglio interessante: «È singolare il fatto che una gara con identico oggetto e fornitura sia stata indetta da Asp il 7 dicembre 2021 con base d’asta di 580.000 euro: tale gara era andata deserta». Quella successiva ha, invece, attirato dei candidati ed è stata vinta dall’Esa. Forse perché «nell’intervallo di sette mesi la base d’asta è lievitata del 67 per cento». Nel mirino dei querelanti anche un bando da 11 milioni di euro per la costruzione di una scuola, vinto da una ditta che ha versato al sindaco 10.000 euro per la campagna. Se ci sia qualcosa di anomalo nel finanziamento di Rasero e negli affidamenti degli appalti dovranno stabilirlo gli inquirenti. Ma intanto in tutta Italia non solo gli investigatori, ma anche i cronisti stanno andando alla ricerca di gare vinte da Benedetti e dalla sua Esa. Per esempio, a Genova due anni fa è stato assegnato un appalto da 28 milioni per il rinnovo dei cassonetti e dei camion per la raccolta differenziata dell’immondizia. Una commessa per cui venne presentata una sola offerta, quella di un raggruppamento temporaneo di quattro imprese, tra cui la Esa. La società di Bibbiano ha una quota del 16 per cento nel sodalizio e si deve occupare della manutenzione dei cassonetti che ha in parte fornito. Le indagini ci diranno se anche in Piemonte e in Liguria sia stata mandata qualche procace escort in avanscoperta.