Lo scudetto della stella è l’opera di tanti artisti ma l’architetto che l’ha sognato e costruito è lui, Beppe Marotta, al decimo campionato vinto in carriera. «Ma la mia dedica principale è per Steven Zhang, il presidente che soffre per non essere qui con noi». «E i meriti vanno ascritti soprattutto a Simone Inzaghi, un vincente, un leader magnifico. E a tutti i miei collaboratori, ad Ausilio, Baccin e tutti i dipendenti. Ciascuno nel suo piccolo ha fatto sì che la squadra centrasse l’obiettivo straordinario della seconda stella».
Nessuno come Beppe, il manager che cura ogni aspetto della vita societaria di un club: consigliere federale, punto di riferimento nelle assemblee di Lega e soprattutto, con Piero Ausilio, visionario nell’anticipare le mosse di mercato.
L’Inter attuale rappresenta la summa di esigenze finanziarie e valori tecnici: non va sottovalutato infatti che l’ad nerazzurro ha creato una rosa completa e armonica dovendo fare i conti con i vincoli imposti dal Settlement Agreement. Spesso Marotta e Ausilio hanno fatto ricorso ai parametri zero, da De Vrij a Calhanoglu. Si sono accaparrati Onana (poi rivenduto per esigenze di bilancio) e soprattutto Mkhitaryan, il miglior innesto in assoluto nel rapporto qualità-prezzo. Ad affari a zero che non hanno scaldato particolarmente il cuore (Cuadrado, Sanchez e Klaassen), fa da contraltare il clamoroso innesto di Marcus Thuram, la spalla perfetta di Lautaro.
Poiché la situazione finanziaria del club, nonostante gli introiti da diritti tv e le ingenti risorse da botteghino garantite da un San Siro sempre pieno, esclude voli pindarici («dobbiamo sempre perseguire la sostenibilità») occorre di nuovo sorprendere i concorrenti. Così il management nerazzurro non si è fatto trovare impreparato: si è già aggiudicato a zero Mehdi Taremi del Porto, pronto a firmare un contratto triennale. E Piotr Zielinski è l’altra gemma già virtualmente aggiunta all’organico. «Due li abbiamo presi, ora cerchiamo di capire numeri e budget per il prossimo anno» annuncia il ds Piero Ausilio che condivide il successo con la rete di osservatori.
Ci sarà tempo per pensare all’innesto in difesa: un’idea conduce a Nacho, svincolato al Real. In attacco considerando il rendimento non eccellente di Sanchez e Arnautovic occorrerà guardarsi attorno per avere una rosa completa su più fronti, alla luce di una edizione della Champions allargata. Ciro Immobile, determinato a lasciare la Lazio, si è proposto ma la pista non scalda. L’islandese Gudmundsson, il jolly offensivo del Genoa, valutato dai liguri 30 milioni rappresenta un profilo gradito: peccato che si sia inserita anche la Juventus.