TAROCCHI GRATIS NEWSNelle ore successive allo stupro era preoccupato solo del video che aveva girato durante la violenza. «Li sto eliminando tutti», diceva, a un amico, Angelo Flores, il leader del gruppo che, la notte del 7 luglio, ha abusato di Francesca (il nome è di fantasia), 19 anni, palermitana.
Nelle chat intercettate dai carabinieri dopo la denuncia della vittima, che ha fatto subito il suo nome, Flores tranquillizza un coetaneo a cui aveva raccontato particolari della serata. «Stai attento. Non è che spunta che l’avete stuprata?», gli chiede l’interlocutore. «Ma infatti adesso li sto cancellando — gli risponde —, li sto mandando solo a chi li dovevo mandare e li elimino».
Una frase che ha suscitato l’attenzione degli investigatori. Forse, il leader del branco voleva piazzare le riprese in rete per guadagnarci su. Gli inquirenti sono certi comunque che il film degli abusi, su cui peraltro si è scatenata una caccia sui social, sia stato condiviso. L’indagine deve chiarire ora con chi. Quindici minuti di orrore che smentiscono la tesi difensiva del branco, tutta centrata sul consenso della vittima, e consentono di ricostruire i ruoli di ciascun indagato.
Arnao e La Grassa discutono, non sapendo di essere intercettati, del film dello stupro. Saputo che Flores era finito in galera, i due parlano in modo criptico. «Ma poi me lo scrivi su WhatsApp dove l’hai messo il telefono?», chiede Samuele. «Era sotto… era in un magazzino in un punto sotto terra. Io te l’ho detto, devi avere sempre qualcosa nascosta», risponde Elio. Sul senso della frase si interrogano gli inquirenti.
Fino a pochi giorni fa si sapeva di spezzoni che Flores aveva realizzato, in alcuni casi condiviso («Li ho mandati a chi li dovevo mandare», diceva nelle sue chat) e poi cancellato: il 21 agosto però il consulente delle due Procure che indagano, quella minorile e l’ordinaria, l’ingegnere Manolo Belmonte, è riuscito a prelevare il totale.
I maggiorenni, intanto, dalla scorsa notte sono stati distribuiti fra i penitenziari della Sicilia occidentale, Termini Imerese, Trapani, Agrigento, Sciacca, Favignana e Castelvetrano. Un trasferimento effettuato al riparo dagli occhi delle telecamere e dagli obiettivi dei fotografi, dei parenti che volessero mandare un saluto, di eventuali contestatori.
Resta il problema di una città che continua a sentirsi insicura: non è una banalità che a venti metri dal cantiere del Foro Italico dove si consumò la brutale violenza gli atti vandalici siano continui, che nei cantieri continuino a dormire senzatetto, che il cinema poco distante stia per chiudere.
Il prefetto, Maria Teresa Cucinotta, ieri mattina ha presieduto un comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza: assicura maggiori controlli nei luoghi della movida, in particolare su quel mercato della Vucciria che al calar della sera si trasforma in un luogo di ritrovo del popolo della notte. È da lì che, il 7 luglio, partì il branco dei sette ragazzini che, senza attirare l’attenzione di nessuno, trascinarono la diciannovenne fino al luogo del massacro, per poi commentare trionfalmente: “Nna scricchiammu”. L’abbiamo distrutta.CONTINUA A LEGGERE SU TAROCCHI GRATIS