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Massoneria clamorosa scissione

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Un’altra scossa di terremoto scuote la massoneria italiana. E questa volta potrebbe essere davvero il prequel di una scissione. Il […]

Un’altra scossa di terremoto scuote la massoneria italiana. E questa volta potrebbe essere davvero il prequel di una scissione. Il Grande Oriente, la principale obbedienza del Paese, ha sospeso i rapporti con il Rito Scozzese antico e accettato: è la prima volta dal 1908. Una spaccatura storica tra i cappucci e i grembiulini, che rappresenta solo l’ultimo atto di una violenta guerra intestina, scoppiata dopo il voto per eleggere il nuovo Gran maestro.

Per capire la portata dello strappo bisogna partire dal presupposto che il Goi e il Rito Scozzese non sono due obbedienze rivali, tutt’altro. Per molti, infatti, il Rito Scozzese è una sorta di gruppo d’élite all’interno della massoneria. In pratica, dopo aver ottenuto i primi tre gradi (apprendista, compagno e maestro), gli iscritti al Grande Oriente possono scegliere un rito per proseguire il loro percorso di liberi muratori.

Tra i più esclusivi c’è proprio quello Scozzese, che ha un numero maggiore di iscritti a livello internazionale e consente di arrivare fino al grado più alto della massoneria, il 33esimo. In Italia, tra i 23 mila esponenti del Goi, ne fanno parte circa 4 mila persone. Ora dovranno scegliere: se continuano a frequentare i lavori del Rito Scozzese, rischiano l’espulsione dal Grande Oriente.

“L’adesione al predetto corpo rituale e/o la partecipazione a qualsivoglia attività del Rito Scozzese antico e accettato da parte dei Fratelli del Goi costituirà colpa massonica”, si legge nel decreto, firmato dal Gran maestro Antonio Seminario il 13 giugno. Un atto con cui il numero uno dei Goi “sfratta” gli “scozzesi” dalle logge e dagli organi del Grande Oriente.

La regolarità del voto deve ancora essere confermata dalla Commissione centrale, che dovrebbe esprimersi a giorni, ma gli sconfitti hanno già annunciato l’intenzione di voler ricorrere alla giustizia ordinaria. Leader di una lista che aveva posto in cima al proprio programma la lotta alle infiltrazioni mafiose nelle logge, Taroni in passato è stato alla guida del Rito Scozzese ed è ancora oggi un componente del Supremo consiglio. Lo stesso organo in cui figura pure Seminario: un altro elemento che racconta come quella in corso tra i massoni italiani sia una vera guerra fratricida.

Da dove deriva dunque la scelta del Gran maestro di rompere i rapporti con il gruppo d’élite di cui lui stesso fa parte? A sentire le voci provenienti dall’interno delle logge si tratterebbe di una ritorsione, dovuta al fatto che la maggior parte degli “scozzesi” ha sostenuto Taroni nella corsa al vertice del Vascello, la villa dove ha sede il Goi a Roma.

Pochi giorni fa, tra l’altro, Giulio Nigro, Sovrano del Rito Scozzese, ha osato sospendere Stefano Bisi, per dieci anni al vertice del Goi e primo sostenitore della candidatura di Seminario. Un provvedimento motivato dal fatto che Bisi è iscritto anche a un altro Rito, quello di York, col grado di “Templare della Commenda”.

Interpellato dal Fatto, l’ex Gran maestro non ha voluto commentare, mentre il suo successore fa notare come la “doppia appartenenza” di Bisi sia nota da decenni. “Lui non c’entra, è un capro espiatorio: puntavano a colpire me”, dice Seminario. Insieme a Bisi, tra l’altro, sono stati sospesi dal Rito Scozzese anche altri quattro massoni di vertice: il Grande oratore Cesare Semeraro, il Gran tesoriere Riccardo Petraroja, il Gran cancelliere Santino Iafrate, il componente del consiglio Filippo Bagnato.

Sospensioni che – secondo il Vascello – sarebbero servite ai vertici del Rito Scozzese per poter modificare liberamente i protocolli d’intesa col Goi. “Secondo le nostre norme, se nel Grande Oriente un fratello subisce una condanna, quella condanna deve essere recepita anche nel Rito scozzese. Invece loro volevano cooptare massoni sospesi ed espulsi dal Goi. O addirittura provenienti da altre obbedienze”, sostiene Seminario. Impossibile capire di chi sia davvero il torto e la ragione, come spesso capita nelle vicende massoniche.

Nelle chat interne dei fratelli, intanto, c’è chi inizia a non sopportare più questa faida continua: “Perdiamo credibilità”. Ma c’è anche chi tifa per la scissione e soffia sul fuoco: “Chi non sta da una parte o dall’altra della barricata, è la barricata”.

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