La citazione di Domenico Quirico, giornalista e inviato di guerra, apre una riflessione agghiacciante sulla guerra in Ucraina. La sua analisi si concentra su un punto chiave: la matematica inumana che vede la Russia in vantaggio per via della sua immensa riserva di uomini da sacrificare.
L’esaurimento delle risorse umane nelle trincee, più ancora delle munizioni, determina l’esito di una guerra. Putin, senza rimorsi e avvalendosi del dispotismo che lo contraddistingue, può attingere a un bacino di vite umane pressoché infinito. Kiev, al contrario, si trova quasi alla fine, con una generazione spazzata via.
Zelensky, come Putin, è prigioniero della logica della vittoria totale, alimentata anche dalle garanzie occidentali. I generali che hanno osato dissentire, paventando l’esaurimento delle forze ucraine, sono stati licenziati o allontanati.
Le implicazioni di questa analisi sono drammatiche:
La guerra potrebbe protrarsi per molto tempo, con un costo umano immenso per l’Ucraina.
La vittoria della Russia, seppur possibile, sarebbe una vittoria di Pirro, ottenuta a caro prezzo e con conseguenze devastanti per entrambi i paesi.
La logica della vittoria totale appare irrealistica e pericolosa, alimentando un conflitto senza fine.
Emerge la necessità di una soluzione alternativa:
Promuovere un negoziato serio e costruttivo che ponga fine al conflitto.
Trovare un compromesso che tenga conto delle esigenze di entrambe le parti.
Evitare di alimentare la spirale di violenza e di sacrificare vite umane in nome di una vittoria impossibile.
La guerra in Ucraina è una tragedia immensa. La riflessione di Domenico Quirico ci pone di fronte a una cruda realtà e ci invita a riflettere su cosa sia realmente in gioco e su quale sia la via d’uscita da questo incubo.
È fondamentale non assuefarsi all’orrore della guerra e continuare a mobilitarsi per la pace. La diplomazia e il dialogo sono le uniche armi in grado di fermare la macchina di morte e di costruire un futuro migliore per entrambi i popoli.