ATTENTI AI COLPI A SORPRESA DI ORCEL – UNICREDIT CHIUDE IL 2022 CON UTILI RECORD DA 5,2 MILIARDI E IL TITOLO AI MASSIMI DA 5 ANNI, E SBATTE ANCORA LA PORTA ALL’ACQUISIZIONE DEL MONTE DEI PASCHI: “AD OGGI LE CONDIZIONI NON CI SONO” – IL GOVERNO VUOLE CHIUDERE LA PARTITA MPS ENTRO MARZO, IL FAVORITO E’ IL BANCO BPM, MA ORCEL ASPETTA CHE BARBIERI PRENDA LE REDINI DEL MEF PER POTER PARLARE CON LUI…
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Gli analisti si attendevano utili per 4,9 miliardi, Andrea Orcel ha spinto l’acceleratore di Unicredit – Russia esclusa – fino a 5,2 miliardi, un salto del 47,7%. Profitti che nel dato contabile toccano i 6,5 miliardi, contro i 2,1 del 2021 e i 5,3 previsti dal mercato. «Il nostro miglior risultato in oltre un decennio», riassume l’ad. […]
[…] «Unicredit ha conseguito una serie di risultati finanziari eccezionali», commenta il banchiere. Il quale in un’intervista a Cnbc aggiunge di aver «raggiunto e sorpassato» gli obiettivi «del 2022 e gran parte di quelli del 2024. La sfida per il 2023 è di costruire su questo e di fare meglio».
Orcel spiega di essere «fermamente» concentrato «sull’esecuzione» del piano e di guardare al futuro «con fiducia». Per lui non è (ancora) il momento delle acquisizioni. Al proposito tutti gli occhi sono puntati sul Monte dei Paschi di Siena, che a sua volta sale in Borsa del 5,6% per questo ma anche perché Consob le ha tolto l’obbligo di informativa mensile dovuto alle precedenti incertezze sulla continuità aziendale. Orcel non chiude ma, per lo meno, prende tempo: «Se in un futuro molto lontano ci saranno le condizioni vedremo. Oggi non ci sono», afferma.
Del resto, secondo il banchiere, «il nostro piano genera più valore di qualsiasi» fusione. In ogni caso, fa notare agli analisti che lo incalzano, qualunque aggregazione «non deve impattare sulla nostra strategia, sulla distribuzione agli azionisti e deve avere un senso industriale».
Orcel sa perfettamente che a un certo punto la questione si porrà. «Verso la fine del piano – spiega il manager – o ci convinciamo che non c’è valore» nelle acquisizioni «e quindi integreremo la nostra remunerazione ai soci» distribuendo il capitale in eccesso, «oppure, e secondo me meglio, se potremo eseguire acquisizioni che aggiungono valore lo faremo». […] Le stime per il 2023 vedono utili e remunerazione per i soci in linea con quest’anno. Prospettive che inducono vecchie conoscenze a risalire nel capitale, come il fondo Parvus di Edoardo Mercadante, tornato sopra il 5%.