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Pugno di polvere

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E ora la Melona, rimasta con un pugno di polvere in mano, che fa? Gettato nel cestino il biglietto vincitore della lotteria, alla Evita Peron de’ noantri non è restato nient’altro che attaccarsi alla giacchetta di Ciccio Tajani: Antonio, ti prego! dammi una mano per ottenere un commissario di primo piano, con una delega importante! (Probabilmente, grazie all’ex monarchico otterrà il commissario alla coesione dei fondi, che non è di primo piano).

La Melona era pure incavolata con il suo vicepremier ma è stata costretta a ingoiare il rospo della dichiarazione del presidente di Forza Italia e membro del Partito Popolare Europeo: “Ci sono forze politiche, in totale contrasto con quello che pensa la maggioranza dei parlamentari al Parlamento Ue, che sono politicamente ininfluenti”. Insomma, non l’ha toccata piano: Cara Giorgia, sei del tutto irrilevante sullo scacchiere dell’Unione Europea.

Se la premier della Garbatella è sempre stata tormentata dal dubbio se votare a favore di Ursula o di lasciare libertà di voto, intorno a lei lo scenario era del tutto diverso: a partire dalla Fiamma Magica di Fazzolari e Arianna che da settimane erano ideologicamente contrari.

Poi trovarsi nella posta una marea le mail di parlamentari di Fratelli d’Italia che esortavano la Ducetta a sfanculare la triade socialisti-popolari-liberali al potere, cui va aggiunta anche la paura di perdere la presidenza del gruppo di Ecr e la sicura reazione negativa di quel 6 per cento di elettori costituzionalmente post-fascisti, per finire col rischio di trovarsi spernacchiata dal suo nemico più intimo, il vicepremier Matteo Salvini, per la Giorgia il destino era segnato.

Una volta che Ursula ha detto no alla sua folle richiesta di avere uno dei tre vice presidenti esecutivi con deleghe pesanti della Commissione, il vaffa della Meloni è partito. (Ora, essendo solo tre le poltrone importanti, come poteva pensare che non andassero sotto il culo dei tre gruppi al potere della Commissione: popolari-socialisti-liberali? Davvero, solo la sua immensa arroganza poteva credere che una vicepresidenza l’avrebbero data gentilmente a lei?)

Procaccini e camerati brussellesi si sono attaccati al Green Deal per giustificare il voto contrario a Ursula, ma nel discorso programmatico della ex cocca della Merkel c’era anche un’apertura chiara alla Ducetta italica: una parte dello “speech” era infatti dedicato al Mediterraneo e ai flussi dei migranti (“Avanti su rimpatri e intese con i Paesi terzi”; “Rifletteremo su nuovi modi per contrastare la migrazione”). Parole pensate apposta per poter far dire alla Meloni: Ecco! Voto per von der Leyen!”. Niente, la poverina non ce l’ha proprio fatta a portare i Fratellini d’Italia in un nuova dimensione politica, che sarebbe stata la sua “Svolta di Fiuggi”.

Dopo la caduta, non sapendo su quale specchio arrampicarsi, la poverina è caduta pure in aperta contraddizione quando ha fatto dire dai suoi che il voto contro era causato dalla presenza del voto dei Verdi a favore di Ursula. Ma non aveva sempre strillato “Mai con i socialisti”? E ora spuntano i Verdi? Non dite al tenero Fazzolari che due europarlamentari di Fdi hanno votato a favore di Ursula….

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