Bisogna “comprendere la rabbia e la frustrazione” delle persone colpite dalle inondazioni. Lo ha detto il re Felipe di Spagna dopo essere stato costretto dalle proteste a interrompere oggi la sua visita nelle zone alluvionate.
In un video pubblicato questa sera sera sui social network il re di Spagna, Felipe VI, ha lanciato un appello affinché alle persone colpite dalle alluvioni “si dia speranza e e si garantisca che lo Stato in tutta la sua pienezza sia presente”. Lo ha detto poche ore dopo che, insieme con la regina Letizia, erano stati contestati da una folla infuriata a Paiporta, vicino a Valencia, e costretti a interrompere la loro visita.
«Assassini!», «fuori!», «dimissioni!». E poi lanci di fango, tentativi di contatto fisico, insulti. L’indignazione dei valenciani per come è stata finora gestita «l’emergenza Dana» non risparmia la famiglia reale e costringe re Felipe VI a interrompere la visita sui luoghi dell’alluvione. La mattina finisce con la moglie Letizia Ortiz in lacrime e il presidente del governo Pedro Sánchez costretto a rifugiarsi in auto, inseguito dalla gente.
La visita di don Felipe e doña Letizia viene annunciata sabato sera. Il programma prevede di andare a Paiporta, la «zona zero» dell’alluvione, il sobborgo alle porte di Valencia dove ci sono almeno 72 delle 217 vittime accertate, e poi a Chiva, 30 chilometri verso l’interno, dove, secondo la sindaca Amparo Fort, potrebbero esserci «centinaia di morti». […] l’annuncio viene accompagnato subito da scetticismo su tempistica e opportunità.
Ulteriore malumore suscita poi l’ordinanza emessa in mattinata dal presidente della Generalitat, lo screditatissimo Carlos Mazón, per vietare l’accesso a 11 municipi nella zona più colpita, tra cui Paiporta. Ufficialmente per motivi di sicurezza, dato il meteo in peggioramento. Ma molti hanno visto in quell’ordinanza un tentativo di evitare contestazioni, nascondere al re la vera portata del disastro e, soprattutto, a costo di sottrarre preziose ore alle operazioni di soccorso.
Con i reali, oltre allo stesso Mazón, c’è il capo del governo, Pedro Sánchez, anche lui mai apparso in queste zone se non per una contestatissima foto assieme al governatore vestito con la pettorina fosforescente.
Che di tutto questo le istituzioni spagnole non sembrano avere il polso lo dimostra il fatto che la delegazione arriva a Paiporta accompagnata soltanto dagli uomini della scorta. Una strategia […]inadeguata perché il passaparola nelle strade viaggia attraverso le stesse catene umane che spostano i secchi di fango. Presto, i reali, il presidente e il governatore si ritrovano accerchiati dalla folla. «Assassini!» urla qualcuno. E ancora: « Fue-ra! Fue-ra! » è il coro che si alza.
Poi la situazione precipita. Il fango sul re Felipe VI viene affrontato personalmente da più persone. Chi con intenti minacciosi, respinti dalla scorta, chi in cerca di un confronto, a cui il re non si sottrae. «Felipe, dove sono gli aiuti?», gli chiede disperato un uomo di mezza età. Il re prova a rassicurarlo, ma questo insiste: «Sono arrivati solo 4 camion! Quattro camion, Felipe!» […]. Felipe spiega che la zona da aiutare è ampia, che viene fatto il possibile. Ma un ragazzo si fa avanti: «Il mio quartiere è distrutto e voi non fate niente!».
[…] Ad ulteriore sottolineatura del momento in cui sembra insanabile la spaccatura tra sentimento popolare e guida politica, l’invito ai volontari di restare a casa — dato ormai il pieno dispiegamento delle squadre di soccorso istituzionali (oltre 10 mila unità tra militari, vigili del fuoco, polizia) — è stato anche ieri ignorato da migliaia di persone che si sono recate comunque nelle zone alluvionate.
Sánchez e Mazón restano defilati, ma contro di loro si alza il coro, sempre più forte « Hijos de puta , di-mis-sio-ni!». Tutto degenera. Arrivano lanci di fango e altro. A proteggere il re c’è solo un ombrello che poco può fare.
[…] Letizia, provata e con il viso sporco di fango, si allontana dal corteo ufficiale. Una donna, come mostra un video sui canali social di El Mundo , le si avvicina disperata: «Nessuno ci ha avvertito, ci sono troppi morti, troppi morti, non potevamo sapere cosa stava succedendo». Letizia le stringe le mani, le chiede scusa «Ha ragione, lo siento, lo siento », la abbraccia, le sussurra qualcosa, poi si allontana commossa. «Non è colpa sua, signora», le dice un uomo.
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