Stellantis approva i conti 2023 e il maxi stipendio per il CEO Carlos Tavares. Un anno da record per il gruppo automobilistico, che ha visto i suoi profitti crescere nonostante le sfide del mercato. Tuttavia, questa crescita non si è tradotta in un miglioramento delle condizioni per i lavoratori italiani. Anzi, a fronte di bonus milionari per i vertici, lo stabilimento di Mirafiori si prepara a una nuova cassa integrazione che coinvolgerà 2.000 lavoratori.
Le critiche dei sindacati non si fanno attendere. La Fiom Cgil denuncia il divario abissale tra lo stipendio di Tavares, che vale il salario di mille operai di Mirafiori, e le condizioni precarie dei lavoratori italiani. La Fim Cisl ribadisce la necessità di investire negli stabilimenti invece che distribuire lauti dividendi ai vertici.
Oltre alla cassa integrazione, Stellantis ha annunciato la sospensione della produzione della 500E per i prossimi due mesi. Un duro colpo per lo stabilimento torinese, già alle prese con una situazione difficile.
Nel frattempo, nuove ombre cinesi si allungano sull’automotive italiano. La Cina sta investendo sempre di più nel settore, con l’obiettivo di diventare leader mondiale nella produzione di auto elettriche. Questo rappresenta una minaccia per l’industria italiana, che rischia di perdere terreno se non sarà in grado di competere.
La situazione di Stellantis è emblematica delle difficoltà che sta attraversando l’industria automobilistica italiana. Da un lato, i grandi gruppi come Stellantis concentrano i loro profitti e premiano i loro manager con lauti bonus, dall’altro i lavoratori si vedono costretti a fare i conti con cassa integrazione e precarietà.
È necessario un cambio di rotta per il futuro dell’auto italiana. Serve un piano industriale che punti sugli investimenti, sulla ricerca e sullo sviluppo, e che metta al centro i lavoratori. Solo così si potrà garantire un futuro sostenibile per l’industria automobilistica italiana e per i suoi lavoratori.