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Dai jet e yatch privati alla galera

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La banda dei quattro, stranieri, ognuno di diversa nazionalità. Un colpo da 14 milioni di dollari. Un’estate trascorsa tra Costiera […]

La banda dei quattro, stranieri, ognuno di diversa nazionalità. Un colpo da 14 milioni di dollari. Un’estate trascorsa tra Costiera amalfitana, Sardegna e Isola d’Elba, spostandosi a bordo di jet privati e fuoriserie con chauffeur. Tutto bellissimo, fino al giorno in cui non irrompe il suono metallico dello scattar di manette.

A leggere le prime carte trapelate dall’indagine, l’immaginario cinematografico riporta immediatamente alla saga criminale più cool degli ultimi anni: Ocean’s Eleven e seguiti vari. Grandi colpi pianificati con ingegno scientifico e vita da nababbi nel lusso più sfrenato. Ma a questo punto della storia, fantasia e realtà prendono strade diverse.

Perché la grande rapina non è avvenuta infilandosi all’interno di scintillanti e affollati hotel e casinò di Las Vegas aggirandone macchinosamente la sicurezza. Tutto è avvenuto davanti a un pc o usando uno smartphone[…]. E da lì imboccare le invisibili autostrade digitali che conducono al più celebre paradiso fiscale dei nostri tempi, le isole Cayman, nel Mar dei Caraibi. Dove far cadere le difese di un “exchange”, ovvero una piattaforma che facilita la compravendita di asset digitali in base ai prezzi di mercato giornalieri.

Bottino, i famosi 14 milioni di dollari in cryptovalute, l’oro del terzo millennio, convertiti poi in tether Usdt, altra moneta virtuale “stabile” perché ancorata al valore del dollaro.

Due uomini e due donne, di nazionalità saudita e ucraina i primi, libanese e russa le seconde. Bloccati in una villa da sogno, a picco sul mare, a Furore, centro della costiera Amalfitana, dove erano arrivati da alcuni giorni.

È stata la polizia francese a scoprire, grazie all’inchiesta aperta da due magistrati parigini circa due mesi fa, l’esistenza di una banda in grado di mettere a segno un colpo con le caratteristiche di quello realizzato a danno dell’exchange alle Cayman. Ovvero, di grande complessità tecnica e con un grado di sofisticazione molto elevato.

Dall’indagine francese i primi indizi sulla presenza dei quattro sul territorio italiano, ricavati proprio da uno stile di vita extralarge che non poteva passare inosservato e che alla fine ha tradito un’organizzazione talmente attenta al minimo dettaglio da finire col sentirsi troppo sicura di sè. Errore fatale.

Il sorrisetto alla George Clooney si è spento al “toc toc” delle forze della Polizia Postale, (del Centro operativo per la sicurezza cibernetica di Napoli e della Sezione operativa per la sicurezza cibernetica di Salerno), intervenute su richiesta della Procura di Roma assieme a operatori della polizia francese.

Nei confronti dei due uomini è stato eseguito il mandato di arresto europeo: ora il saudita e l’ucraino si trovano nella casa circondariale di Salerno. Le due donne sono state indagate in stato di libertà. Sequestrati, con successiva convalida da parte dalla Procura della Repubblica di Salerno, codici e chiavi private di accesso a portafogli virtuali di cryptovalute, chiavette ledger, nonché diversi dispositivi informatici. Gli “arnesi” da scasso della banda che si credeva invisibile, almeno su Pc.

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