Appena Donald Trump ha comunicato, domenica sera, di averlo scelto per la guida della Fcc (Federal Communication Commission), l’agenzia del governo che regola tecnicamente le emittenti tv, radio e le telecomunicazioni, Brendan Carr ha dichiarato guerra ai giganti di Big Tech promettendo di smantellare quello che definisce il «cartello della censura». Mentre fin qui sotto accusa era stato soprattutto Elon Musk per aver rimosso i filtri dalla sua piattaforma X (ex Twitter) che si è, così, riempita di messaggi calunniosi, violenti, pornografici, falsità e teorie cospirative di ogni tipo (con conseguente fuga degli inserzionisti pubblicitari), ora con Trump il vento cambia.
Carr, alleato di Musk […] chiarisce subito che intende dare un’interpretazione politica al suo mandato, mettendo sotto accusa i grandi gruppi — Apple, Meta, Google, Microsoft — che vuole regolamentare e punire per aver fatto il contrario della X di Musk: hanno tenuto in servizio migliaia di moderatori incaricati di verificare che i contenuti immessi in rete rispettino i requisiti minimi di decenza fissati autonomamente da queste piattaforme, in assenza di regole generali. […] per Carr, assolutista del free speech come Musk, quella è […] censura.
L’altra missione politica assegnata da Trump è quella di punire le reti televisive Nbc e Cbs che, secondo lui, durante la campagna elettorale hanno favorito Kamala Harris. Carr, un avvocato specializzato in tlc che lavora per la Fcc dal 2012 e nel 2017 è stato nominato suo commissario proprio da Trump, potrà governare l’authority a suo piacimento: il suo vertice sarà composto da tre commissari repubblicani e due democratici.
Ma dovrà tener conto delle limitate competenze di un organismo che fin qui si è limitato a distribuire frequenze alle emittenti, a regolare i costi telefonici e a promuovere la diffusione delle connessioni internet a banda larga in tutto il Paese (Carr si è schierato con Musk attaccando i suoi colleghi che due anni fa hanno bloccato la concessione di un sussidio di 885 milioni di dollari a Starlink per la diffusione delle sue connessioni nell’America rurale).
La legge americana vieta di punire radio o tv per le loro scelte editoriali, mentre la competenza per la regolamentazione di Big Tech spetta soprattutto alla Federal Trade Commission e al ministero della Giustizia, oltre che al Congresso. Ma Carr, spalleggiato da Musk e Trump, sembra avere idee diverse. […]