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Ecco la biografia di Xavier Niel patron di Iliad

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Elon Musk vuole andare su Marte, Xavier Niel si accontenta di scendere nelle catacombe. Il patron di Iliad racconta la […]

Elon Musk vuole andare su Marte, Xavier Niel si accontenta di scendere nelle catacombe. Il patron di Iliad racconta la sua parabola, fatta di azzardi e trasgressioni, in una nuova autobiografia che ha promosso in una serata all’Olympia, mitica sala in cui si sono esibiti grandi cantanti e artisti internazionali. Che ci fa sul palco uno dei dieci uomini più ricchi di Francia ? “Come si diventa miliardario” è il promettente titolo del one-man-show. […] Un’ora di monologo interrotto da brevi clip nelle quali Niel si traveste anche da Batman, fa la parodia di se stesso quando era un giovane hacker, mostra un video nel quale si infila nelle catacombe di Parigi, passione giovanile che non abbandona.

Aria da eterno adolescente, un’ingenuità non si sa quanto calcolata, ironizza sui tanti cliché sulla vita dei miliardari come lui, “Non mangio caviale a colazione”. Si presenta come il “più grande looser della Terra”, citando alcune partite finanziarie in cui è stato escluso. […]

I duemila biglietti per l’Olympia sono andati esauriti in poche ore. Niel esalta ideali libertari che sono il marchio del gruppo e di tante sue altre attività, dalla scuola 42 che non prevede titolo di studio per essere ammessi all’incubatore di start up Station F. E’ “partito da zero”, una famiglia di media borghesia, fino a creare un gruppo di telecomunicazione presente in una decina di paesi europei, tra cui l’Italia.

Un “tizio di Créteil”, come dice a proposito della banlieue in cui è nato, “che non ha fatto studi ed è passato dalla galera”. Vent’anni fa, la polizia bussò alla sua porta, si ritrovò in carcere per un mese in un’inchiesta per i suoi investimenti nei sexy shop. Anni dopo è diventato amico del giudice che l’aveva mandato in prigione.

La sua incursione per rompere l’oligopolio nelle tlc era stata fortemente osteggiata dall’establishment a cui sostiene di non appartenere ancora oggi. “Non faccio parte di nessun club, di nessun clan, di nessuna casta”, sottolinea nell’autobiografia che uscirà la settimana prossima (“Une sacrée envie de foutre le bordel”, – “Una gran voglia di fare casino”, dialogo con Jean-Louis Missika, uno dei fondatori di Iliad). La sua fortuna è cominciata quando da ragazzino ha imparato a smanettare sui primi computer e poi sul Minitel, l’antenato francese di Internet. Si è costruito un mestiere – pirata informatico – fino ad hackerare il telefono dell’allora presidente François Mitterrand ed essere reclutato dai servizi segreti.

Ci tiene alla sua immagine da battitore libero, anche se oggi che è imparentato con Bernard Arnault (è sposato con la figlia Delphine) ed è diventato uno dei “padrini del nuovo capitalismo francese”, secondo una definizione che appare nel libro. Sarà anche un imprenditore-bambino alla soglia dei sessant’anni ma è consapevole della sua influenza. Ha partecipazioni in diverse testate e il controllo – ormai ceduto a una fondazione – del gruppo editoriale Le Monde.

“Non ho mai partecipato a una riunione di redazione, né censurato un articolo” sottolinea. […] Sul nuovo impero mediatico di Vincent Bolloré: “Non mi scandalizzo che ci siano dei media che corrispondono alla sensibilità politica di quel 35/40 per cento di francesi che vota per l’estrema destra”. Se Marine Le Pen arrivasse al potere – commenta con un po’ di provocazione – “sarebbe un’ottima notizia per Le Monde. Basta guardare cos’è successo alle vendite del New York Times durante il mandato di Trump”.

Niel rivendica di aver “restituito miliardi di potere d’acquisto ai francesi” con i suoi abbonamenti super scontati che hanno costretto altri operatori ad abbassare i prezzi. Scherza sulla sua vicinanza con l’attuale capo dello Stato. “Molti pensano che ho fatto eleggere io Emmanuel Macron. E hanno ragione”. Si fa applaudire quando parla dell’importanza della “diversità” nel management per il successo delle aziende, dell’ascensore sociale che si è bloccato, di un vivaio di start up ancora troppo dominato da “maschi bianchi”.

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